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Carenza idrica a Castellammare del Golfo, dal Comune più acqua per alberghi e ristoranti

Più acqua per gli operatori economici a Castellammare del Golfo, in particolare per commercianti, strutture turistiche e alberghiere. Il sindaco Nicola Coppola ha emanato un’ordinanza in via “contingibile ed urgente”, per la durata di tre mesi, per l’utilizzo della manichetta installata in contrada Rapillo: qui si potranno approvvigionare gli autobottisti privati a cui sarà fatta richiesta di acqua.

“In questo modo tutti gli autotrasportatori legalmente abilitati al trasporto di acqua potabile – precisa il primo cittadino nell’ordinanza – possano rifornirsi, approvvigionando tutte le attività commerciali e di ristorazione di Castellammare del Golfo”. Quindi una fonte di approvvigionamento esclusivo per le attività turistiche e ricettive che in questo periodo, come sostenuto dal sindaco nel suo provvedimento, devono far fronte a garantire servizi per migliaia di turisti.

Un albergo, un ristorante o un bar, chiaramente, non possono farsi trovare senz’acqua. La manichetta di contrada Rapillo si trova all’altezza del Bottino Eas: gli autotrasportatori abilitati al trasporto di acque potabili possono a questo punto attingere acqua direttamente dalla condotta pubblica ma dietro il pagamento di un canone di 69 centesimi oltre iva per metro cubo d’acqua dietro versamento a favore del Comune che ha messo a disposizione un proprio conto corrente dove poter fare le operazioni.

Il sindaco motiva il provvedimento in via urgente in questo modo: “Al fine di scongiurare – si legge – una crisi ed un blocco delle attività di commercio e ristorazione, particolarmente fiorenti a Castellammare del Golfo, nonchè al fine di scongiurare motivi igienico-sanitari, nonchè rischi e tumulti popolari”. Fortunatamente proprio in questi giorni il Comune è riuscito a trovare una fonte alternativa di approvvigionamento: è stata allacciata la condotta proveniente da Inici a quella di Montescuro Ovest da cui arrivano 25 litri di acqua al secondo in più che si vanno ad aggiungere ai circa 65 su cui già poteva far conto il Comune con le sue sorgenti storiche.

In questo modo si dovrebbe far fronte alla cronica carenza d’acqua che si manifesta ogni estate in città me che puntualmente provoca non solo le proteste dei cittadini ma anche le polemiche a livello politico. Chiaramente lieviteranno i costi del servizio idrico dal momento che Siciliacque, che gestisce l’acquedotto di Montescuro, vende a 69 centesimi più iva ogni metro cubo di acqua erogato. In passato il Comune aveva anche pensato di avviare una sorta di censimento di tutti i pozzi privati per potere fruire di un supplemento idrico nel periodo estivo che fosse adeguato.

Il problema vero, secondo il sindaco, è sempre stato legato all’Eas, la società a partecipazione pubblica della Regione che gestisce gli impianti idrici del paese. Secondo quanto l’attuale primo cittadino ha evidenziato anche nelle sue ordinanze passate l’ente acquedotti siciliano è una struttura oramai in crisi da tempo, e non a caso è in fase di liquidazione, e proprio per questo motivo non è in grado di gestire adeguatamente l’erogazione idrica. Da anni oramai viene sostituita da ditte private negli interventi di manutenzione alla rete e alle sorgenti per mancanza di mezzi, fondi e personale adeguato.