Partinico, i luoghi raccontati attraverso la danza di Valentina Cammarata

Un mix sapiente e moderno di immagini legate alla danza, teatralmente concepita, attraverso i luoghi simbolo del nostro territorio e della nostra identità storica. Navigando sul web siamo rimasti colpiti dalla giovane Valentina Cammarata e dagli scatti che legano la sua danza al territorio. Un leitmotiv complessivamente unico, costituito però da un lavoro artistico complesso che mescola con intelligenza diverse forme d’arte quali la fotografia, la danza e il teatro. Alla giovane ballerina abbiamo posto qualche domanda.

Valentina, chi sei e di cosa ti occupi?

Ciao, ho 29 anni e sono laureata specializzata in Ortottica e scienze riabilitative ma studio e amo la danza fin da quando ero bambina… Ho iniziato studiando danza classica con la maestra Eleonora Cavataio all’età di 5 anni e ho continuato con lei gli studi per una decina d’anni.

Successivamente ho esplorato il mondo del Teatrodanza attraverso performance in spettacoli teatrali o curandone il movimento scenico.

Poi nel 2013 ho iniziato il mio percorso in Danze Orientali con la Maestra Ilaria Polizzi, un mondo che, appena scoperto, ho voluto conoscere sempre più; ho quindi approfondito gli studi con le insegnanti Yael Torchinsky e Sara Pappalardo, partecipando inoltre a diversi Workshop e Festival di Danza. Attualmente sto proseguendo i miei studi con la Maestra Chiara Saccomanno, di cui sono assistente; inoltre sono onorata di far parte del suo corpo di ballo “Sabaya Ensemble”.

Perché la passione per la danza e perché proprio quella orientale?

Io credo fortemente che la danza sia realmente il linguaggio della nostra anima, per questo non riesco facilmente a concepire la danza in generi suddivisi: non ricordo danza più appassionata delle mani di mia nonna nel mettersi il suo rossetto rosso, è danza la pennellata del pittore, è danza una preghiera, è danza la gioia ed è danza anche l’immobilità. Credo che attraverso uno studio del corpo, non basato soltanto su estetica e forma, si possano creare linguaggi ed espressioni che superano anche la parola stessa, che varcano i confini e che, quindi, mettano saldamente in relazione le persone. Mi sono appassionata alla Danza Orientale perché in questa disciplina rivedo molto la mia filosofia di vita, in Oriente infatti corpo e anima sono in stretta relazione e ogni movimento se non nasce da un’intima esigenza resta soltanto una forma. Attraverso la Danza Orientale riscopro ogni giorno quel ‘feel rouge’ che collega Occidente e Oriente, connessione importante, in questi tempi, più che mai.

Territorio e danza, qual è il legame?

Ogni cosa può influenzare la tua danza, una musica, una stato d’animo, un imprevisto successo qualche attimo prima, un vestito e anche un luogo. Accettare questo significa non danzare mai da soli ma restare sempre in ascolto con ciò che ti succede intorno. Ascoltare il proprio territorio, seguirne gli stimoli e le suggestioni, ti trasmette delle emozioni personali che non possono non condizionare la tua performance. Ho accettato di collaborare con la Fotografa Daniela di Liberto per la realizzazione di uno shooting fotografico che avesse l’obiettivo di accendere i “riflettori” e soprattutto delle “riflessioni” attorno agli spazi del nostro territorio che non vengono valorizzati sempre per come si dovrebbe. Successivamente insieme alla Fotografa Elena Guzzardo abbiamo esplorato il territorio sotto un’altra prospettiva: quella dell’happening, dell’ascolto dell’ambiente circostante, un lavoro che coinvolgesse in egual misura sia chi stava davanti che chi stava dietro l’obiettivo fotografico.

Valentina, obiettivi e sogni?

Adesso conduco dei corsi di Danze Orientali a Palermo e terrò anche delle lezioni private, tuttavia il mio più grande obiettivo resta e resterà sempre lo studio; crescendo e relazionandomi con gli altri mi sento viva. Spero un giorno di avere una Scuola di Danza tutta mia, di insegnare anche attraverso nuovi metodi e nuove strade facendo conoscere questo meraviglioso linguaggio affine alla nostra anima, anche se al momento sono felicemente concentrata su altri traguardi.

Articolo di Erika Provenzano

*foto in copertina di Elena Guzzardo (località: Trapani)