CRONACA

Omicidio Licari a Borgetto, Procura generale a sorpresa: no all’ergastolo di Muratore

La premeditazione non è stata provata e dunque non va inflitto l’ergastolo ad Antonino Muratore (nella foto a sinistra), 80 anni di Borgetto. La Procura generale di fatto riapre il caso dell’omicidio di Baldassare Licari (a destra), il dipendente Anas in pensione residente a Montelepre ucciso nel 2013 a 64 anni nella sua abitazione estiva in contrada Sagana a Borgetto.

Secondo quanto riporta il Giornale di Sicilia la Procura generale chiede la riduzione della pena dall’ergastolo, inflitto dalla seconda sezione della Corte d’Assise, a 24 anni proprio perchè non sarebbe stata provata la premeditazione. Si può dire un’uscita a sorpresa in questo dibattimento dal momento che la ricostruzione dei fatti sembrava abbastanza chiara. Licari prima venne ferito con diversi colpi di forbice e poi finito con alcuni colpi di pistola, l’ultimo dei quali alla testa.

L’anziano nel corso del dibattimento ha cercato in tutti i modi di discolparsi sostenendo di essere innocente e di essere addirittura “amico” di Licari. Fra i due invece pare che non corresse buon sangue: erano infatti in contenzioso per la sistemazione di un contenitore dell’acqua con tanto di denuncia in tribunale.

L’imputato si mise subito in cattiva luce sin dalle prime battute dell’indagine: infatti alla polizia che indagava per l’omicidio del 64enne disse di conoscere appena Licari. Invece, dopo accurati riscontri con analisi di laboratorio, si scoprì che Muratore prese il caffè con Licari poco prima che questi venisse ucciso. Il suo dna venne riscontrato in una delle due tazzine che erano all’interno dell’abitazione in cui venne freddato Licari.