Alcamo, studentessa si laurea analizzando la parola-icona “suca” (INTERVISTA)

La tesi che non ti aspetti. Ed è un alcamese a far parlare di sè. Alessandra Agola,  26 anni, una che non si tira mai indietro quando c’è da sbracciarsi e ricoprire anche posti di responsabilità. Ha raggiunto il suo primo grande obiettivo, vale a dire la laurea in Scienze della Comunicazione per i Media e le Istituzioni conseguita all’università di Palermo. E per centrarlo ha scelto un argomento che da giorni non sta facendo altro che far parlare di sè.

La tesi che ha presentato ha un titolo già tutto emblematico: “S-word, segni urbani e writing”, e ha analizzato il termine “suca”. La scelta di questa ricerca non è stata casuale: la 26enne alcamese ha voluto studiare in ogni sua sfaccettatura questa parola che rappresenta una vera e propria “icona pop” per un città come Palermo, così diversa da quartiere a quartiere ma che si lega poi quando per l’appunto si utilizza il termine “suca”. Lo si trova scritto nelle pareti di ogni angolo della città, dai rioni più popolari ai palazzi signorili.

 

La laureanda è partita dal romanzo di Fulvio Abbate che così nel suo Zero maggio a Palermo riassumeva l’ossessione viscerale dei suoi concittadini per quella parola dalle quattro lettere. Insomma, la giovane studentessa ha voluto affondare la sua ricerca su una parola talmente abusata quanto storicamente, per la sua origine, semisconosciuta. Eppure “Suca” è diventato un vero fenomeno: oggi a Palermo molti negozi vendono spille e magliette con questa parola che è persino riuscita a sbarcare i confini siciliani.

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