CRONACA

Partinico, danno ambientale distilleria Bertolino: tutto da rifare, in arrivo tre periti

Danno ambientale accertato ma sulla sua quantificazione sarà tutto da rifare. La corte d’appello della I sezione civile di Palermo ha emesso contestualmente una sentenza e un’ordinanza riguardo all’infinita querelle relativa al risarcimento danni della distilleria Bertolino da liquidare al Comune per il famoso caso dell’inquinamento che era stato accertato con sentenza penale in Cassazione diventata irrevocabile nel 1999.

Un’infinita querelle iniziata prima sul piano penale e che dopo quella sentenza del ’99 si spostò in sede civile: ed ancora oggi, dopo ben 18 anni, il caso è tutt’altro che chiuso. Infatti se da una parte la I sezione della corte d’appello conferma che danno ambientale ci fu, dall’altro però riapre la partita riguardo proprio alla quantificazione di questo danno. In primo grado, nel 2011, il giudice civile condannò la distilleria a versare nelle casse del Comune ben 2 milioni di euro quale risarcimento per quel danno ambientale.

Ora quella cifra viene rimessa in discussione e dovrà essere nuovamente quantificata. Con un’apposita ordinanza la corte d’Appello ha ordinato la nomina di tre periti, che si insedieranno il prossimo 6 febbraio, i quali avranno il compito di calcolare il danno tenendo conto delle sopravvenute modifiche delle norme in materia ambientale. In questo frangente, infatti, è diventata realtà la legge 152 del codice ambientale che fissa criteri più stringenti e analitici per la quantificazione dei danni di natura ambientale:

“Sono serena  – afferma la titolare della distilleria, Antonina Bertolino – perchè sono sicura che la nuova norma farà giustizia. Sempre che mai sarà riconosciuto effettivamente il danno ambientale, comunque sono sicura che certamente la cifra non sarà di quelle proporzioni. Prima di questa norma non vi erano effettivi criteri che potessero realmente quantificare tali situazioni”. Intanto la I sezione civile della corte d’appello ha respinto tutte le “eccezioni” che erano state presentate dai legali della Bertolino per affrontare il ricorso alla sentenza di primo grado, confermando quindi le “responsabilità” della Bertolino nell’inquinamento del Nocella dell’epoca ed in modo marginale anche di altre aziende e persino del Comune per non aver adottato i dovuti controlli.

“Ora la parola passa a chi dovrà attenersi alla nuova legge sui reati per danno ambientale – sostiene il legale che ha difeso sino ad oggi il Comune, l’avvocato Armando Sorrentino -. I nuovi criteri sono sicuramente più stringenti e oggi è impossibile sbilanciarsi in pronostici sulla quantificazione del danno. Intanto esprimo soddisfazione per l’accertamento delle responsabilità della distilleria e per il fatto che il Comune resta parte civile dal momento che le nuove norme non consentono per questi reati la costituzione dei municipi ma solo dello Stato. Essendo però un reato accertato prima ancora dell’entrata in vigore della nuova legge la corte d’appello ha mantenuto in gioco il Comune partinicese”.

All’epoca dei fatti la titolare della distilleria venne condannata in cassazione per lo sversamento di rifiuti speciali in violazione della legge nel torrente Nocella. Alla stessa Bertolino venne anche data una pena sospesa di 10 mesi e tutto fu poi rimesso al giudice civile la liquidazione del danno arrecato al Comune per l’inquinamento.