ENTI LOCALI

Partinico, intitolata via a Nino Amato: una strada a chi fece “svegliare” la città dal torpore

Oggi una traversa di viale dei Platani a Partinico porta il nome di Nino Amato. Una scelta non casuale: questa arteria è proprio a due passi dalla distilleria Bertolino che Amato contrastò con tutte le sue forze da convinto e battagliero ambientalista. Quell’industria insalubre di prima classe in pieno centro abitato era una “croce” per la città e per questo chiedeva alle istituzioni ai vari livelli che si garantisse la salubrità dell’ambiente.

Fu persino in grado, insieme a tanti altri ambientalisti, di far scuotere la città dal suo tipico torpore facendo scendere per strada migliaia di cittadini in una fiaccolata per protestare contro l’inquinamento ambientale. La città, a distanza di 15 anni dalla sua scomparsa, ha voluto ricordare questa mattina Nino Amato: in massa ha partecipato alla cerimonia di intitolazione della strada la cui scopertura della targa è avvenuta alla presenza dei rappresentanti del Comune e delle autorità civili, militari e religiose.

Tanta la commozione da parte dei figli di Nino Amato, Fabio, Loredana e Sergio, e della moglie Ita Calagna nel ricordare la figura del sindacalista, scomparso a soli 57 anni a causa di un male incurabile. Si è arrivati adesso all’intitolazione della via ma dopo una serie di vicissitudini e polemiche con il Comune, con la famiglia Amato a lamentare la scelta della via tre anni fa da parte dell’allora amministrazione comunale in condizioni pietose per via del dissesto del manto stradale e del mancato asfalto.

Un iter tortuoso che cominciò esattamente 5 anni fa quando l’allora presidente di Legambiente Gino Scasso, anche lui oggi deceduto, formulò insieme a Totò Bono, dirigente della Cgil, una richiesta ufficiale al Comune per intestare una via al compianto sindacalista e ambientalista.

“Più volte il presidente Scasso – rivela il consigliere comunale Totò Rappa – aveva sollecitato l’amministrazione comunale per la conclusione dell’iter, rivolgendomi anche l’invito ad intervenire istituzionalmente. Come scrivevo nella nota del dicembre 2014, l’intitolazione di una via a Nino Amato dovrà essere un invito a metterci simbolicamente sulla sua strada, cercando di mantenere vivo il suo impegno e seguire i suoi insegnamenti”.