CRONACA

Partinico, in azione la “banda della videosorveglianza”: terza telecamere rubata in poche settimane

Se si avesse certezza che dietro c’è la stessa mano allora potremmo dire che a Partinico in azione c’è la “banda della videosorveglianza”. Con il terzo furto nell’arco di poche settimane di altrettante telecamere installate dal Comune nelle zone nevralgiche della città a questo punto c’è seriamente da chiedersi se non ci sia un’unica regia dietro a questi episodi che fanno nel contempo crescere anche lo sconcerto nei cittadini.

L’ultimo raid ha riguardato la telecamera installata in piazza Segni, nei pressi delle due ville vicine tra loro intitolate ai magistrati Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. A denunciare ancora una volta il furto il Patto per la salute e l’ambiente: “Ennesimo furto di telecamere installate ma non funzionanti – afferma il responsabile dell’associazione Fabio Amato -. L’apparecchiatura doveva servire alla sorveglianza”.

Lo sconcerto infatti nei cittadini è duplice: in primo luogo per il furto anche abbastanza plateale che in un certo senso instilla preoccupazione sotto l’aspetto della sicurezza del territorio. Ma l’altro aspetto è legato proprio al fatto che questo sistema di videosorveglianza non è mai entrato in funzione: quindi oltre al danno di una spesa di fondi pubblici anche la beffa di non aver mai usufruito di questo servizio che doveva essere a garanzia proprio della sicurezza della città. Recentemente era stata rubata un’altra telecamera nell’ex Arena Lo Baido ed un’altra postazione ancora invece al cimitero.

“Verificherò con gli uffici ma l’assenza dell’approvazione del bilancio del 2017 ci lega le mani al momento” commenta il commissari straordinario del Comune, Maurizio Agnese. Lo strumento finanziario, infatti, non è stato approvato per uno squilibrio di cassa che si sta provando a ripianare attraverso dei tagli. Il problema oltretutto che si sta ripercuotendo in questi giorni è legato alla catena di vandalismo degli ultimi mesi. Le telecamere sono addirittura installate da più di due anni con tanto di collaudo ma non sono mai state accese.

Costate ben 350 mila euro di fondi europei, con un progetto partito nel lontano 2012, da allora ad oggi quella che sembrava la strada verso la garanzia di una maggior sicurezza si è rivelato in realtà un sogno affannosamente da rincorrere. In tutto questo lasso di tempo si è verificata anche l’azione terribile del degrado degli agenti atmosferici e di occhi elettronici ne risultano effettivamente funzionanti all’incirca poco più della metà sui 34 totali. Lo scorso anno sembrava che almeno in parte queste telecamere sarebbero state accese e invece niente.

Ora serve l’approvazione del bilancio per utilizzare le somme necessarie per il riacquisto e la manutenzione delle postazioni. Le immagini delle telecamere, come da intento originario del progetto, potrebbero essere usate per il contrasto alla criminalità, vandalismo, per la tutela degli immobili comunali, per il contrasto all’abbandono di rifiuti e per altri reati a tutela dell’ambiente, ma anche per scopi di protezione civile e per casi di eventuali grandi eventi in città da monitorare.

Le riprese video delle 34 postazioni, se funzionanti per l’appunto, verrebbero raccolte in una sala operativa presso la polizia municipale. Con gli occhi elettronici attivi oggi forse quei vandali avrebbero un nome e cognome e probabilmente il fenomeno si sarebbe anche notevolmente attenuato.