CRONACA

Mafia di Borgetto, archiviata posizione dell’ex sindaco e del suo vice; decade una estorsione per Maniaci

Archiviata la posizione in parte di diversi indagati di aver fatto parte del sodalizio mafioso di Borgetto o comunque di averlo sostenuto. Tra questi spiccano le posizioni degli ex sindaco e vicesindaco del paese, Gioacchino De Luca (nella foto a sinistra) e Vito Spina (al centro). Si tratta di una parte dell’indagine della Procura sfociata nell’ambito dell’operazione “Kelevra” che ha portato all’arresto di diversi esponenti della mafia borgettana.

In particolare i due amministratori, mandati a casa dopo lo scioglimento del Comune per infiltrazioni mafiose nel maggio scorso dal ministero dell’Interno, erano finiti sotto accusa perchè avrebbero fatto utilizzare un mezzo per la raccolta dei rifiuti che sarebbe stato fornito da noti esponenti della mafia. Secondo quanto però sostiene il Gip Roberto Riggio, che ha per l’appunto disposto l’archiviazione della loro posizione, manca la prova che De Luca e Spina fossero a conoscenza che in realtà quel mezzo provenisse da esponenti di Cosa nostra.

Infatti i loro interlocutori sarebbero stati Vito e Fabio Riina, risultati i reali possessori di questo mezzo mentre inizialmente vi era il dubbio che fosse invece riconducibile ai due mafiosi Nicolò Salto e Giuseppe Giambrone: “Non è stato possibile raccogliere praticamente nessuna acquisizione probatoria, che sarebbe indispensabile ai fini della prova del dolo” scrive il Gip. In pratica quindi mancano le prove anche perchè sia Spina che De Luca avrebbero avuto rapporti telefonici per l’utilizzo di questo mezzo solo con i Riina senza mai aver fatto riferimento ai rapporti con Giambrone e Salto.

Decade quindi l’accusa di concorso esterno in associazione mafiosa per i due amministratori così come per Fabio Riina. Per il Gip manca anche la prova che sia stato effettivamente siglato un accordo elettorale con i due politici locali, così come invece contestato dalla Procura. Sarebbe al contrario stato accertato che Giambrone abbia fatto convergere un pacchetto di voti alla lista elettorale facente riferimento all’ex sindaco ma in realtà l’unico ad avvantaggiarsi direttamente di questi suffragi sarebbe stato l’ex assessore Gioacchino Polizzi con cui Giambrone era in rapporti di parentela.

Anche qui però nessuna accusa viene mossa allo stesso Polizzi secondo cui non avrebbe dato alcuna controprestazione politica alla mafia. In quest’ambito decade anche un presunto episodio estorsivo che era stato attribuito a Pino Maniaci (nella foto a destra), il factotum dell’emittente televisiva di Telejato al momento sotto processo ma per altre contestazioni sempre nell’ambito dell’operazione “Kelevra”.

Il gip ha archiviato l’accusa mossa di estorsione in danno del “Gruppo Arancio spa” che guida diversi supermercati a Partinico e “Le Fontane” di Borgetto: “I riscontri bancari – sostiene il giudice Riggio – non hanno fornito alcuna conferma alla ipotizzata attività illecita”. Archiviate anche le posizioni di Francesco e Giuseppe Petruso, Francesco Romano, Santo Musso, Gino Tornetto, Giuseppe Lo Voi, Giuseppe Toia e Tommaso Giambrone, indagati per associazione mafiosa: “Pur essendo emersi dei contatti con dei soggetti intranei – scrive il Gip – tuttavia gli elementi sono insufficienti per poter sostenere l’accusa in giudizio e cioè il loro incardinamento nel sodalizio mafioso”.

Infine archiviata anche la posizione per un episodio estorsivo ai danni di un imprenditore per Nicolò Salto, Antonino Frisina, Giuseppe e Francesco Giambrone, e Giuseppe Toia.