CRONACA

Partinico, mafia e scommesse: dissequestrato centro “fulcro” dell’inchiesta, cadono accuse a Bacchi

Dissequestrata l’agenzia di punta del circuito di scommesse collegato all’imprenditore partinicese Ninì Bacchi, finito in carcere nell’ambito dell’operazione “Game over” in quanto ritenuto a capo di un presunta organizzazione che gestiva una rete di centri scommesse illegali in tutta Italia con l’ombra dell’appoggio della mafia. Il tribunale del riesame ha stabilito di revocare l’ordinanza nella parte in cui per l’appunto si stabiliva che questo centro fosse il “quartier generale” del sistema, gestito dal fratello di Ninì Bacchi, Domenico, difeso dagli avvocati Cinzia Pecoraro e Antonio Maltese.

“Evidentemente – sostiene il legale – è stata accertata che l’attività fosse lecita perchè aveva tutte le autorizzazioni necessarie. La costruzione accusatoria vacilla”. Lo stesso Ninì Bacchi si è visto annullare diversi capi d’imputazione: resta lo stesso dietro le sbarre ma viene meno l’accusa di “sleale concorrenza mafiosa”, di aver cioè operato con il supporto della mafia per scoraggiare i concorrenti nel settore giochi e scommesse: “Una decisione – aggiunge il suo avvocato, Antonio Ingroia – che fissa un passaggio importante nell’inchiesta, un po’ alla volta sta emergendo l’insussistenza delle accuse più gravi. Bacchi è una vittima della mafia, altro che complice”.

Stessa sorte è toccata ad Antonio Lo Baido, pure lui difeso da Ingroia: anche lui resta in carcere ma, come per Bacchi, è decaduta la stessa accusa di sleale concorrenza mafiosa. Un pezzo per volta davvero pare che stia venendo meno l’impalcatura di tutta l’indagine, almeno se si considerano le diverse revoche stabilite dal tribunale del riesame.

Diverse accuse sono decadute nei confronti di Francesco Nania, addirittura considerato il nuovo capomafia di Partinico, e altri personaggi coinvolti sono stati scarcerati: “Jonathan” Orvieto Guagliardo, Giuseppe Alessandro Lo Bianco, Marco Cannatella, Antonio Grigoli, Gianpiero Rappa, i fratelli Vincenzo e Marco Corso, e Salvatore Cusumano (ai domiciliari). Dissequetsrati anche i centri scommesse disseminati tra Palermo, Montelepre, Balestrate, Partinico e Cinisi.