ENTI LOCALI

Partinico, evasione tasse: Comune alla carica con 10 mila accertamenti

Tempi duri per i furbetti dei tributi. Proprio in queste settimane gli uffici hanno fatto partire 10 mila accertamenti, significa quindi che il Comune ha verificato posizioni irregolari da parte dei contribuenti. Un valanga quindi di pratiche che significa anzitutto affondare in un problema antico per il Comune di Partinico e per la maggior parte degli enti locali siciliani: andare finalmente all’accertamento e soprattutto alla riscossione dei tributi non versati. A Partinico il fenomeno dell’evasione, parziale o totale, è un fatto purtroppo consolidato negli anni più o meno recenti e quanto mai confermato anche nell’anno appena trascorso: “Nel 2017 – ha evidenziato il presidente del consiglio comunale Filippo Aiello – su un incasso previsto di 5 milioni e mezzo di euro sono stati versati di tassa sui rifiuti appena 2 milioni e mezzo. Questo significa inevitabilmente che il Comune, per far fronte a questo enorme ammanco di cassa dovrà necessariamente attingere ad un’anticipazione di tesoreria pari a 3 milioni di euro”. In poche parole il Comune per questa mancanza di liquidità dovrà chiedere dei prestiti alla propria banca con cui è in convenzione e su questa somma ovviamente andarci a pagare gli interessi, aumentando dunque sempre di più il proprio indebitamento, tanto che si sta ancora verificando se dover andare a dichiarare il pre-dissesto. “La situazione non è facile ma stiamo lavorando con gli uffici – afferma il commissario straordinario del Comune, Maurizio Agnese – per verificare se ci sono i margini per evitare il pre-dissesto lavorando su tutta una serie di voci che possano migliorare le entrate del Comune”. Una di queste sicuramente è la lotta all’evasione tributaria che a Partinico è divenuta oramai non più rinviabile. Come comunque accertato in passato già dall’ufficio Tributi ci sarebbe un buon 20 per cento di contribuenti iscritti alle liste di carico a cui di fatto non si riesce a spillare un solo centesimo per il semplice motivo che risultano sostanzialmente nullatenenti. Sicuramente però c’è una buona sacca di morosi ed evasori su cui si può far qualcosa. Gli accertamenti partiti in queste settimane, con avviso recapitato al contribuente “furbetto”, sono serviti anche per evitare la prescrizione dei 5 anni. Per questo il municipio ha avviato una ricognizione a tappeto con avvisi di accertamento che stanno per arrivare nelle case dei furbetti. Si tratta delle imposte sui rifiuti che dal 2012 in poi hanno cambiato varie denominazioni: prima Tarsu, poi Tares ed adesso Tari. Nella sostanza però non è cambiato nulla: si tratta per l’appunto della tassa per il pagamento del servizio della raccolta e smaltimento della spazzatura. Soltanto di tassa sui rifiuti nei 5 anni compresi tra il 2010 e il 2015, come accertato dai Revisori dei conti, si registra un mancato incasso di ben 10 milioni e 300 mila euro. Non solo: anche di Ici è stato scoperto un buco da oltre 700 mila euro creato dagli evasori dal 2009 al 2011. Ad essere stati scoperti ben 1.407 contribuenti che non hanno mai sborsato il becco di un quattrino pur essendo possidenti di immobili.