ENTI LOCALI

Partinico, Carini e San Giuseppe Jato, Comuni truffati: mancati introiti di tributi per 300 mila euro

Il Comune di Partinico non recupererà più 187 mila euro di tributi versati dai suoi concittadini. Si tratta di una buona fetta di fondi riscossi dalla famigerata società “Tributi Italia” che non sono mai stati versati nelle casse del municipio. Oggi la Corte dei conti bacchetta i Comuni pesantemente e Partinico non è l’unico Comune rimasto “fregato”: figurano anche San Giuseppe Jato (95 mila euro di mancati versamenti di tributi) e Carini (18 mila).

Adesso arriva l’accertamento da parte della Corte dei conti che punta il dito proprio sui Comuni che ipoteticamente sono stati truffati. Certamente si è davanti ad una truffa ma secondo i magistrati contabili poteva essere evitata. Infatti la regia di tutto è la società “Tributi Italia”, oggi fallita: “Inspiegabile – scrivono nella loro relazione i magistrati – che un Comune abbia potuto affidarsi ad una società che già era finita al centro di inchieste anzichè rivolgersi a Equitalia o Riscossione Sicilia”. Insomma, questa “Tributi Italia” già si sapeva che era poco affidabile eppure gli enti locali hanno lo stesso voluto chiedere le sue prestazioni.

Da considerare che già la Corte dei conti ha riconosciuto il danno erariale al Comune causato dalla società tanto che la “Tributi Italia” è stata condannata a risarcire il municipio di questi 187 mila euro. Ma non lo farà mai per il semplice fatto che la società è fallita. La vicenda specificatamente per il Comune partinicese è scaturita in seguito alla denuncia nel 2009 dell’allora segretario generale del Comune alla guardia di finanza per il mancato introito nelle casse di quasi mezzo milione di euro dei tributi che la società avrebbe dovuto versare.

Di questi 300 mila euro furono però recuperati attraverso la compagnia assicuratrice che garantiva la Tributi Italia. Il Comune quindi rimase scoperto di altri 187 mila euro mai incassati perchè la società, a cui era stato affidato l’incarico di riscuotere i proventi derivanti dall’imposta sulla pubblicità, dai diritti sulle pubbliche affissioni, dalla Cosap e della Tarsug, aveva omesso di effettuare il trasferimento dei fondi.

Un rapporto che il municipio aveva avviato già dal 2003 con l’allora Ausonia Servizi tributari, divenuta successivamente per l’appunto Tributi Italia spa. I militari della guardia di finanza, in particolare, dopo aver esaminato i rapporti commerciali intrattenuti dalla Tributi Italia con due società del gruppo, ovvero con l’Istituto Finanziario Europeo Srl e con la Immobiliare Tributi Italia Spa, giungevano alla conclusione che sarebbero state fatte delle “spregiudicate operazioni finanziarie, volte esclusivamente al conseguimento del proprio illecito profitto, le quali avevano provocato lo stato di crisi della società, poi sfociato nella dichiarazione di insolvenza”.