Cinisi, scoprì rapinatori e refurtiva e venne ucciso: ricordato carabiniere medaglia d’argento al valor militare

Anniversario dell’omicidio del brigadiere dei carabinieri Guerrino Miglioranzi, ucciso il 16 aprile del 1945 a Cinisi per mano di alcuni criminali probabili autori di un furto i quali aprirono il fuoco perchè oramai scoperti. Questa mattina in suo onore è stata deposta una corona di fiori davanti alla lapide incastonata nel prospetto esterno della stazione dei carabinieri cinisense, dove per l’appunto svolgeva servizio il brigadiere.

La sera del 16 aprile 1945, dopo aver scoperto i responsabili di una rapina perpetrata pochi giorni prima nelle campagne limitrofe all’abitato di Cinisi, Miglioranzi e un collega si diressero per andare a recuperare la refurtiva. I due carabinieri arrivarono in via Domenico Giunta, all’incrocio con via San Pietro, e qui individuarono tre persone ferme in atteggiamento sospetto. Intimato l’alt, i criminali si nascosero a ridosso delle abitazioni e da qui uno di loro aprì il fuoco esplodendo cinque colpi all’indirizzo del brigadiere, il quale si accasciò a terra.

Soccorso dal collega, Miglioranzi morì durante il ritorno in caserma. Nel rapporto giudiziario sull’evento, il comandante della Stazione dell’epoca, così tratteggia la figura del giovane Brigadiere: “Intelligente, istruito e coraggioso, schiavo del dovere godeva la stima di quanti ebbero l’onore di conoscerlo. Diverse volte il sottoscritto lo aveva pregato di usare più prudenza nel servizio, ma lui rispondeva che la sua vita non gli importava perché voleva togliere dalla società chi la disonorava”.

Il 7 gennaio 1947 per il gesto eroico gli veniva tributata la medaglia d’argento al valor militare alla memoria. Alla cerimonia di questa mattina erano presenti il sindaco Giangiacomo Palazzolo, il comandante della Legione carabinieri Sicilia, il generale Riccardo Galletta, una rappresentanza del consiglio comunale e dell’associazione nazionale carabinieri in congedo, il comandante della locale stazione Massimiliano Diamanti, un gruppo di studenti delle scuole elementari dell’istituto comprensivo “Ten. Anania” e nonché i familiari del militare originari del Veneto. “L’Arma – ha sottolineato Galletta – non dimentica i suoi eroici caduti, incoraggiamo i giovani studenti a difendere i valori della legalità, accogliendone la sfida e vincendola”.