POLITICA

Partinico, il Pd da lumaca a Flash Gordon: dal silenzio su Lo Biundo alla cacciata lampo della Oliva

Il Partito Democratico in provincia di Palermo batte un colpo e d’improvviso riscopre nella sua cartina geografica Partinico. Lo ha fatto raramente, a dire il vero, addirittura mai quando si è trattato il “caso Partinico”. Nell’arco di 48 ore invece si è dimostrato che, se si vuole, si può anche risolvere una controversia interna. E’ successo con la partinicese Roberta Oliva, che da presidente provinciale dei Giovani Democratici si è candidata al consiglio comunale in una lista di centrodestra per le prossime amministrative di Partinico del 10 giugno.

La commissione regionale di garanzia dei Gd si è riunita ed ha deliberato la “sospensione temporanea” della Oliva dalle file del Pd. Quindi decade di conseguenza dal ruolo di presidente provinciale. Esultano Maria Grazia Gullo, Elvira Martino, Giuliana Milone e Dario Macchiarella, componenti dei giovani Dem, i quali avevano presentato il ricorso.

“Ho sempre creduto fermamente negli organismi del partito e della giovanile e non smetterò di farlo adesso, – replica la Oliva – nonostante non condivida affatto il metodo utilizzato dalla Commissione Regionale di Garanzia dei Gd Sicilia che, senza comunicarmi di avere avvito un procedimento sul mio conto, senza mai riunirsi fisicamente e senza ascoltare le mie regioni, oggi mi ha temporaneamente sospeso. E quello che è ancora più grave è che la notizia della sospensione sia stata fornita prima alla stampa che alla sottoscritta, informata solo con una e-mail. Sento che è mio dovere fare chiarezza, visto che la Commissione è riuscita a riunirsi e deliberare in così poco tempo, senza avvertire la necessità convocarmi ascoltarmi. Presenterò controricorso nel più breve tempo possibile per difendermi, corredato dal lungo dossier su tutti i fatti, le persone e le cose che credo debbano avere lo stesso livello di considerazione dedicata a me”.

Se si considera che l’ufficialità della candidatura della Oliva è arrivata a mezzogiorno di due giorni fa, davvero incredibile “l’effetto-lampo” dei Democratici che d’improvviso si trasformano da lumaca a Flash Gordon. Strano che invece proprio su Partinico, invece, ci siano stati 4 anni interminabili di silenzio mentre il partito affondava e di cui oggi si raccolgono solo le macerie (niente lista presentata e vari esponenti tuffati in camuffate liste civiche in vari schieramenti che, a onor del vero, di centrosinistra hanno davvero poco).

Il Pd ha permesso che nel 2014 fosse ribaltata la corrente storica, dando il via libera a esponenti di centrodestra (l’ex sindaco Salvo Lo Biundo in testa, oggi tornato nuovamente nel centrodestra) a tesserarsi e a dettare legge, imponendo i propri rappresentanti a capo della stessa segreteria con la forza dei numeri e un impressionante numero di iscritti da armata brancaleone. Strano anche che sia finito nell’oblio il grave fatto accaduto proprio a Lo Biundo durante la sua sindacatura (e dunque quando ancora era iscritto nel Pd, ndr) e al suo allora assessore fidato braccio destro Gianlivio Provenzano (ancora oggi nel Pd), quando venne fuori da un’inchiesta della Procura di essere stato sotto ricatto del factotum di Telejato Pino Maniaci per paura di “ritorsioni mediatiche”.

E si scoprì che Lo Biundo faceva lavorare in nero l’amante di Maniaci, facendogli fare le pulizie all’interno della sua stanza al palazzo di città, con la complicità di parte della giunta che avallò tutto stanziando “una quota” per pagare la donna. Il Pd? In silenzio. Mai nessuna commissione di garanzia si pronunciò. Però, si sa, a volte si può tornare a correre. In un caso si è stati capaci di innestare la quinta marcia, in altri invece addirittura la retromarcia. Quando si dice “la politica dei due forni”…..