ENTI LOCALI

Partinico, amministrative con l’onda lunga del “lobiundismo” ma nel segno della “discontinuità”

Una campagna elettorale all’insegna della parola “discontinuità”. In tanti, forse troppi, si stanno riempiendo la bocca di questo termine per voler dare un segno di cambio di marcia rispetto al recente passato. Il riferimento alla discontinuità è ovviamente a Salvo Lo Biundo, ex sindaco di Partinico per ben 9 anni, dal giugno 2008 all’aprile 2017, mese in cui ha deciso di dimettersi (con un anno di anticipo rispetto alla chiusura della legislatura naturale) per tentare la corsa alle elezioni regionali ma con scarso successo (2 mila consensi in tutto il collegio, poco più di 900 nel suo “feudo” Partinico).

Si scopre che 4 degli 8 candidati sindaco, quindi la metà, ha importanti “sacche” della passata amministrazioni: che siano ex assessori o consiglieri della maggioranza di Lo Biundo. In questa speciale classifica, che tiene conto anche di chi ha sostenuto per un breve tempo nelle due legislature consecutive Lo Biundo, troviamo al primo posto il candidato sindaco Piero Rao. Nelle sue due liste sono ben 8 gli esponenti che hanno fatto parte del progetto dell’ex sindaco e d’altronde non è un mistero che proprio dietro le quinte per questa candidatura vi sia proprio Lo Biundo.

Qui troviamo candidati al consiglio Giaocchino Albiolo, Giovanni De Simone, Mariella Graziano, Giovanni Pantaleo, Totò Tranchina, Ersilia Russo, Vito Di Trapani e Aldo Lo Iacono. Rao però ha provato subito a fugare ogni sospetto: “A Lo Biundo non l’ho votato nè quando si è candidato la prima volta, nè la seconda e lo sanno tutti – ha evidenziato -. Poi io non mi faccio tirare la giacchetta da nessuno”. Al secondo posto troviamo il candidato sindaco Maurizio De Luca che ha ben 7 esponenti della vecchia maggioranza lobiundiana tra le fila dei suoi candidati divisi in 4 liste: Vito D’Amico, Giuseppe Barbici, Totò Rizzo Puleo, Giusy D’Orio, Eleonora Rappa, Vito Giuliano e Nicola Degaetano.

“Mentre nelle mie liste – rilancia polemicamente De Luca – c’è gente che ha preso le distanze da quel governo fallimentare altri che sono piazzati altrove hanno preso parte attiva alle decisioni della maggioranza e a cui noi abbiamo sbarrato completamente la strada. Gli autori ed esecutori del disastro politico, morale ed etico della nostra cittadina, al netto di qualsivoglia strumentalizzazione, si trovano, senza possibilità di smentita alcuna, nelle altre formazioni politiche e non certo nella nostra”.

Tallona a 5 candidature Filippo Aiello, candidato sindaco sostenuta da una lista civica e lui stesso espressione della vecchia amministrazione per entrambe le legislature: infatti è stato nella prima legislatura (2008-2013) assessore e responsabile di Settore, indicato quindi direttamente dall’ex sindaco; per i 5 anni successivi è stato espressione dell’intera granitica maggioranza essendo stato prescelto come presidente del consiglio comunale ancora oggi in carica.

Con lui poi figurano Gianlivio Provenzano, Giusy Di Trapani, Pino Bonnì e Giovanni Prainito. Aiello però, alle prime “ingombranti domande”, si è giustificato così: “Noi siamo per il cambiamento, per una decisa inversione di marcia – ci tiene a precisare -. Bisogna fare una netta distinzione tra chi ha amministrato e chi è stato seduto dietro gli scranni del consiglio, non sono stato un amministratore. Quando c’è stato da votare ‘no’ l’ho fatto secondo coscienza”. Fanalino di coda di questa classifica è la candidata sindaco di tre liste civiche Maria Grazia Motisi che invece di “ex” lobiundiani ne conta 3: Andrea Prussiano, Piero Sollena e Anna Ponzini.

“Nelle nostre liste ci sono 72 candidati al Consiglio – dice la Motisi – e nessuno di loro ha mai fatto l’assessore. Nessuno ha mai governato. Nessuno ha mai fatto parte del nucleo di potere della precedente amministrazione. Ci sono tre consiglieri che ormai da anni hanno capito gli errori dell’ex amministrazione e hanno sposato il nostro progetto”. Non contano alcun ex lobiundiano i candidati sindaco Gaetano Costanzo, Mauro Nicolosi, Salvo Nobile e Gaetano Porcasi.