CRONACA

San Giuseppe Jato, nuovo blitz antimafia all’alba: in 6 dietro le sbarre

I carabinieri del nucleo investigativo del Gruppo di Monreale hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal Gip del Tribunale di Palermo, su richiesta della Procura Distrettuale Antimafia di Palermo, nei confronti di 6 persone ritenute, a vario titolo, responsabili di associazione di tipo mafioso ed estorsione aggravata.

Anche questa operazione, come le precedenti indagini dei carabinieri denominate “Quattropuntozero” e “Montereale”, ha avuto come obiettivo quello di disarticolare la famiglia mafiosa di Monreale di cui fanno parte anche esponenti del mandamento di San Giuseppe Jato.

Nelle due precedenti operazioni, tra marzo e ottobre del 2016, erano stati arrestati molti esponenti apicali del mandamento di San Giuseppe Jato. Non sapendo di essere intercettati i boss discutevano dei nuovi assetti all’interno della famiglia mafiosa di Monreale. Il ‘Sergio’ a cui si fa riferimento nell’intercettazione è Sergio Damiani, panettiere, trai sei arresti dell’operazione antimafia ‘Nuovo Papa’.

L’uomo, attualmente detenuto per una condanna definitiva a 11 anni di reclusione per associazione mafiosa dopo l’arresto nell’ambito dell’operazione ‘Nuovo Mandamento’, era già stato individuato come reggente della famiglia mafiosa di Monreale. Alla sua scarcerazione i boss guardavano con ansia.

“Il subentro di Damiani nella reggenza della famiglia – spiegano gli investigatori – sarebbe stato particolarmente gradito a Ignazio Bruno, deputato a sostituire Gregorio Agrigento alla reggenza del mandamento della Valle dello Jato anche per il rapporto di lunga e duratura amicizia che lo aveva legato all’esponente della famiglia monrealese”.

Dalle indagini è emerso anche il ruolo di tutto rilievo assunto da Antonino Sciortino, che per “la sua caratura criminale (già comprovata da una pregressa detenzione nel febbraio del 2002 per fatti di criminalità organizzata di stampo mafioso)”, è stato materialmente ‘affiliato’ alla famiglia di Monreale con l’avallo dei vertici del mandamento di San Giuseppe Jato, manifestato con una formale autorizzazione da parte di Girolamo Spina.