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Alcamo, sparizione bici elettriche: sanzioni e sospensioni per dirigente e dipendenti

Un dirigente scagionato, un altro se la cava con una sanzione pecuniaria: alla fine solo due dipendenti pagano a caro prezzo la clamorosa sparizione delle bici elettriche del Comune che erano custodite all’interno del parcheggio interrato di piazza Bagolino (nella foto). E’ questa la conclusione a cui è arrivato l’ufficio procedimenti disciplinari istituto dal municipio per esaminare un caso che ha avuto davvero dell’incredibile e che ancora, nonostante l’indagine interna avviata dall’amministrazione comunale, ha dei lati oscuri non del tutto chiariti.

D’altronde non poteva essere altrimenti dal momento che per mesi, dopo la famosa sparizione delle bici elettriche, in tutto 13 per un valore all’incirca di 10 mila euro complessivi, nessuno ha alzato un dito per capire cosa fosse successo e dopo tempo poter ricostruire tutto è stato molto difficile. Molti i “non ricordo” che hanno condito le varie audizioni e quindi alcuni aspetti della vicenda sono rimasti opachi.

La cosa certa è che le responsabilità ci sono state, eccome, dal momento che, come risulta agli atti, il parcheggio è custodito e le bici sono sparite durante l’orario di apertura, senza alcun segno di scasso o altro. Un caso che è venuto a galla solo dopo un’interrogazione presentata in consiglio comunale. Alla fine la dirigente Anna Parrino, alla guida della Direzione Servizi tecnici, è stata sanzionata semplicemente con una multa nella misura massima di 500 euro, così come prevede il contratto collettivo di lavoro del comparto della dirigenza per casi come questi.

Per lei l’accusa è di “estrema negligenza” per essersi attivata solo a distanza di 8 mesi dai fatti denunciati dal dipendente responsabile della custodia del parcheggio interrato da dove sono sparite le bici. Per quest’ultimo la sanzione più pesante: un mese di sospensione dal lavoro con relativa decurtazione dello stipendio. A lui sono state riconosciute due responsabilità nella vicenda: dopo i fatti non ha mai effettuato alcuna indagine interna per capire l’orario preciso della sparizione delle bici e quali dipendenti quindi fossero in servizio, e per aver mentito dopo essere stato sentito in audizione dalla competente commissione consiliare sostenendo al contrario di avere fatto un’indagine interna di cui non c’è alcuna traccia.

Infine è stata anche acclarata la responsabilità di una dipendente della Direzione Sviluppo economico, settore che all’epoca aveva in gestione le bici in termini di affidamento del bene. Per lei invece 3 giorni di sospensione ed anche in questo caso per due ordini di motivo: come prima cosa sapendo del furto, perché in possesso della denuncia del responsabile, non informò mai il suo dirigente di riferimento non attivando neanche l’iter per la richiesta di rimborso del valore delle bici da fare all’agenzia assicurativa con cui il Comune aveva stipulato il contratto;

in secondo luogo poi anche lei mentì alla commissione consiliare sostenendo di non sapere nemmeno il numero di bici rubate. Conseguentemente il dirigente dello Sviluppo economico, Francesco Maniscalchi, è stato scagionato da ogni accusa proprio perché ci si è resi conto che mai ricevette alcuna segnalazione di furto e quindi non ha alcuna responsabilità, e con lui sono state archiviate le posizioni di altri 4 dipendenti.