AMBIENTE

Partinico, sotto accusa di nuovo il depuratore: “Bomba ecologica nel mare di San Cataldo”

L’hanno definita una “bomba ecologica”. La documentazione video-fotografica effettivamente porta con sè davvero molti dubbi. Protagonista, ancora una volta suo malgrado, il mare di San Cataldo, da diversi decenni non più balneabile a causa degli scarichi inquinanti accertati dalle centinaia di analisi delle acque senza mai però aver scovato gli autori di questo scempio.

Il breve acquazzone dello scorso fine settimana ha fatto riversare sulla zona costiera trappetese quelli che appaiono in tutta evidenzia dei liquami. Lungo decine di metri di costa un colore nero ha ricoperto la spiaggia acciottolata di San Cataldo: “Migliaia di metri cubi d’acque nere non depurate – denuncia il comitato ‘Baia di San Cataldo’, formatoda volontari, ambientalisti e residenti della zona – si sono riversate nella meravigliosa Baia. Tutto questo dopo un acquazzone durato circa mezz’ora. Abbiamo immediatamente raccolto il drammatico bilancio di una giornata nera. La piena del Fiume Nocella e del Torrente Puddastri (che confluiscono poi sul mare di San Cataldo, ndc), non hanno scaricato a mare soltanto i reflui fognari, ma tutti i rifiuti che, incivilmente, molti cittadini occultano lungo la tratta fluviale”.

Gli stessi ambientalisti hanno risalito i due affluenti sino ad arrivare all’imboccatura del depuratore di Partinico le cui acque vengono rilasciate sul Puddastri. Le acque raccolte avevano un aspetto torbido e giallastro (nella foto), al contrario in un altro prelievo prima di arrivare al depuratore le acque erano di un colore scuramente più limpido. Segnalazioni sono state girate, secondo quanto sostiene il comitato, ai carabinieri del Noe di Palermo e a quelli della stazione di Trappeto, e alla polizia municipale di Terrasini.

San Cataldo è conosciuto come “mare color del vino” a causa del suo colore rossastro causato dagli scarichi inquinanti di probabile origine vitivinicola e olearia a cui si aggiungono anche gli scarichi reflui dei Comuni, come appurato più volte dall’Arpa, l’agenzia regionale protezione ambiente che negli anni ha effettuato una serie di prelievi. Negli ultimi tempi sono partiti davvero dei controlli stringenti tanto che la Capitaneria è riuscita a beccare in flagrante anche un paio di oleifici di Partinico che scaricavano abusivamente acque di lavorazione della propria azienda.

L’Arpa nelle sue frequenti analisi di laboratorio sui prelievi fatti ha ravvisato anche la presenza di scarichi fognari provenienti presumibilmente da acque reflue non depurate. Dopo quest’ultimo episodio di sversamento di reflui il comitato “Baia San Cataldo” ha deciso di rimettersi in moto con l’ennesima iniziativa: per domani, nell’arco dell’intera mattinata, volontari e ambientalisti torneranno a bonificare la zona costiera come fatto qualche settimana fa:

“La nostra missione – sostengono dal comitato – non ha solo lo scopo di vigilare, documentare e denunciare ogni forma di abuso ambientale, ma ha principalmente lo scopo di difendere questo angolo di territorio, violentato sistematicamente da svariate forme di smaltimento illecito di rifiuti, contrapponendo diverse forme di attività, volte a valorizzare gli aspetti naturalistici, storici e paesaggistici. Chiediamo l’aiuto di tutte le associazioni, volontari e liberi cittadini, uniti in una campagna di contrasto a tutte le forme di criminalità ambientali, bonificando da tutti i rifiuti presenti la spiaggetta di San Cataldo”.