ENTI LOCALI

Alcamo, mega murales alle case popolari con indennità sindaco, giunta e presidente del consiglio

Un anno di accantonare parte delle indennità per donare un tocco di arte ad una delle aree più dimenticate di Alcamo. Stiamo parlando della zona delle case popolari di via La Rocca, l’area che si affaccia sul mercato settimanale, dove da qualche giorno due dei prospetti degli immobili di proprietà dello Iacp hanno abbandonato la loro classica tinta giallastra per fare spazio ad un’insolita esplosione di colori.

In tutto un’opera costata 8 mila euro e realizzata da due famosi artisti di strada di livello internazionale: una facciata è stata realizzata da “Alberonero” il cui tratto distintivo è inconfondibile e in quanto ricopre muri e fogli di quadrati colorati che passano da una gamma cromatica all’altra creando scale di tonalità, e l’altra invece dai fratelli Gue, che usa un linguaggio formato da linee morbide e ampie campiture di colore. Segni artistici ben definiti che anzitutto sembrano aver dato una grande caratterizzazione a quello che sino ad oggi è stato sempre considerato più genericamente il quartiere popolare riconosciuto per la presenza del mercatino settimanale e nulla di più.

“Il nostro obiettivo è proprio questo – afferma il sindaco Domenico Surdi -: quello di rilanciare l’immagine di un’ampia fetta della città dimenticata dalle istituzioni nel tempo. Vogliamo che si accendano i fari su questa zona e che magari qualcuno possa prendere spunto in futuro per continuare quest’opera artistica”.

Per realizzare questi due grandi murales, da circa 700 metri quadri ciascuno, sono stati necessari 8 mila euro all’incirca: somma racimolata con l’accantonamento in un anno del 10 per cento delle indennità del primo cittadino, degli assessori e del presidente del consiglio Baldo Mancuso. La scelta di questa zona popolare non è stata casuale perché qui il primo cittadino ha passato gran parte della sua infanzia:

“I murales sorgono proprio di fronte alla succursale della media ‘Mirabella’ che io ho frequentato – sostiene Surdi -. Anzitutto è una caratterizzazione unica avere questi due grandi prospetti l’uno accanto all’altro, cosa che rende l’effetto cromatico unico nel suo genere. Volevamo anche un po’ sfatare un po’ lo stereotipo frutto dell’idea comune che vuole che le zone di edilizia popolare siano considerati dei ghetti. Posso assicurare che queste sono zone piene di umanità e dignità. Io sono nato e cresciuto poco lontano da qui e ne so qualcosa”.

A collaborare alla realizzazione delle due mega opere anche gli operai del Comune che hanno utilizzato il cestello, garantendo quindi una sorta di supporto logistico. “Adesso – è l’appello del sindaco – spero che tanti altri vorranno proporre iniziative del genere così da creare un vero museo a cielo aperto. Grazie all’arte possiamo riscoprire la nostra città, prendercene cura ed intessere relazioni umane autentiche”.