CRONACA

Alcamo, business migranti e fallimenti pilotati: Calvaruso e Amodeo davanti al gip respingono le accuse

Hanno respinto tutte le accuse contestate dalla Procura, un pò come ha fatto il presunto dominus del sistema Norino Fratello. Anche Gaetano Calvaruso, 60 anni, e Davide Amodeo, 29 anni, entrambi alcamesi, hanno negato di avere avuto interessi occulti garantendo la figura dell’ex parlamentare regionale, a cui secondo l’accusa facevano da prestanome. Tutti e tre sono stati arrestati nell’ambito dell’operazione “Brother” dei carabinieri, e con loro altri 7 indagati a piede libero, da cui sono emersi interessi per il proliferare di centri di accoglienza per migranti e per una presunta bancarotta fraudolenta pilotata per il fallimento di un centro sportivo in contrada Sasi.

Calvaruso e Amodeo sono rimasti coinvolti in quest’ultimo affare che riguarda in particolare il famoso centro sportivo “Moving”: il primo in quanto amministratore unico della Welness sport center che gestiva il centro sportivo appena nato, e il secondo amministratore unico invece della società Sport-E srls. La Procura, a seguito della certosina indagine dei carabinieri, avrebbe accertato che la Welness sport sarebbe stata dichiarata fallita nel 2015 con una forte esposizione debitoria e avrebbe documentato l’alienazione di beni e servizi alla Sport-E.

Dietro però ad entrambe le società, affermano gli inquirenti, ci sarebbe stato il vero proprietario, vale a dire Norino Fratello, che in questo modo avrebbe fatto i passaggi dei beni a sè stesso per “eludere la normativa fallimentare”. “Il mio assistito – afferma Saro Lauria, avvocato difensore di Gaetano Calvaruso – ha dimostrato con documenti alla mano di non essere stato un intestatario fittizio della società ma vero e proprio amministratore. Crediamo di aver fornito ampia certificazione di ciò. Inoltre sono convinto che vi sia di fondo un malinteso: infatti il contratto di vendita tra la Welness e la Sport-E non si materializzò mai, motivo per cui il presunto reato che viene contestato non si può essere concretizzato”.

“Il nostro assistito a seguito dell’interrogatorio di garanzia ha precisato la sua posizione ed ha rappresentato la sua assoluta estraneità sui fatti ed addebiti a lui ascritti – aggiunge Fabio Gervasi, legale insieme a Manlio Gervasi di Amodeo -, ed è quindi stata chiesta la revoca della custodia cautelare. Siamo convinti che abbia chiarito la sua posizione e che siano venute meno le esigenze cautelari”.

In settimana il Gip che sta seguendo la complessa indagine, Emanuele Cersosimo, dovrebbe sciogliere le riserve e quindi pronunciarsi sull’eventuale liberazione dei due indagati oppure confermare la misura dei domiciliari. Fratello venerdì scorso aveva allo stesso modo respinto ogni accusa, facendo nel contempo delle dichiarazioni spontanee che sono al vaglio degli inquirenti per accertarne la fondatezza.

L’altro filone d’indagine riguarda i centri per migranti ed è scaturito nel 2014 quando venne arrestato l’ex direttore della Caritas don Sergio Librizzi per i reati di violenza sessuale aggravata e concussione, per avere approfittato della propria qualifica di membro della commissione territoriale per la protezione internazionale, al fine di ottenere dai richiedenti asilo, minacciando  di negare loro il permesso di soggiorno in Italia, prestazioni sessuali contro la loro volontà. Ad essere raccolte delle intercettazioni tra lo stesso Fratello e Librizzi.

Nello sviluppo dell’inchiesta è emerso come Fratello gestisse direttamente, quale vero e proprio dominus, numerose cooperative sorte per prestare assistenza agli immigrati, intestate però a “prestanome” di sua fiducia, con il chiaro intento di occultare la sua reale presenza per eludere il fisco. Così furono intestate fittiziamente quote e cariche sociali con enormi guadagni.