ENTI LOCALI

Terrasini impianti compostaggio rifiuti: “no” del consiglio, si ipotizza un ricorso al Tar

Una mozione approvata dal consiglio comunale in cui si sollecita il sindaco di Terrasini Giosuè Maniaci  intraprendere ogni possibile iniziative per fermare la paventata apertura di un impianto di compostaggio dei rifiuti in paese. Si inoltrerà contestualmente una formale diffida alla ditta che dovrebbe insediarsi, previste anche forme di protesta e mobilitazione contro l’assessorato regionale all’Energia.

Così si è espresso il civico consesso ieri sera convocato in forma urgente in seguito alle notizia dell’autorizzazione da parte dell’assessorato Energia  per la realizzazione di un impianto di compostaggio e stoccaggio di rifiuti non pericolosi in contrada Paterna. Un progetto su cui da tempo sono state espresse una serie di perplessità in ordine all’impatto ambientale che tale impianto potrebbe avere su un territorio a vocazione turistica come quello terrasinese. Nella mozione, approvata anche dai consiglieri a sostegno del governo cittadino, anzitutto si sollecita la nomina di un legale esperto amministrativa di alto profilo.

A lui il compito di valutare eventuali carenze nell’iter progettuale da far valere per bloccare l’insediamento dell’impianto e in ultima analisi anche l’ipotesi di presentare un ricorso al Tar. Inoltre si chiede un incontro alla Regione per far valere le ragioni del Comune. “Abbiamo cambiato idea su tale progetto rispetto all’iniziale orientamento e lo abbiamo comunicato agli enti competenti” ha affermato il primo cittadino.

“Non si può avere questa leggerezza – ha replicato il consigliere di opposizione Dario Giliberti – per temi così importanti per una comunità e oggi stiamo verificando con mano a quali rischi sta andando incontro Terrasini. Ora però il sindaco deve dimostrare di aver cambiato davvero idea mettendo in campo azioni forti, noi saremo al suo fianco”. Massiccia la partecipazione di pubblico con un’aula gremita, presenti le associazioni ambientaliste, da rilevare invece l’assenza degli operatori turistici.