CRONACA

Partinico, “poveri” per il fisco ma cittadini ludopatici amanti delle slot machine

Altro che povertà: Partinico si riscopre terra di ludopatici, di veri e propri “malati” delle infernali macchinette videopoker e similari. Al punto che i soldi spesi pro capite, considerando quindi anche neonati, bambini e anziani, nel 2016 sono stati ben 270 euro, dato in crescita rispetto all’anno precedente di ben oltre il 20 per cento. Alla faccia quindi della crisi e dei dati statistici sulla povertà che appaiono disarmanti, salvo poi emergere in contrasto ben altra realtà.

Nel 2016, secondo i dati resi noti dall’Aams, l’Agenzie delle Dogane e dei Monopoli, a Partinico complessivamente sono stati spesi 8 milioni e 600 mila euro tra videolottery e new slot, sistemi di macchinette che si differenziano sostanzialmente nel fatto che la prima accetta anche banconote e sono presenti in locali dedicati e consentono giocate e vincite più alte, mentre la seconda accettano solo monete e sono presenti anche in bar e tabaccherie.

A Partinico gli appassionati di questi giochi preferiscono puntare alto e infatti di dedicano quasi esclusivamente alle videolottery dove sono stati spesi 7,7 milioni di euro, mentre le restanti 900 mila euro alle altre macchinette con monetine. Numeri spaventosi che sono anche il frutto della grande diffusione di questi videogiochi d’azzardo. Ne esistono in giro per locali ben 122 con un rapporto di quasi 4 macchinette ogni mille abitanti.

Quadro che cozza tremendamente con quello che invece l’Istat, su una rielaborazione della Cgil, ha recentemente fatto di Partinico, indicandola come area fortemente depressa sul piano economico ovviamente sulla base di cifre e numeri ufficiali, al netto quindi di quel sommerso che spesso e volentieri in molte realtà del sud fa grandissima differenza. In 15 anni gli abitanti sono aumentati di 1.114 unità ma nella cittadina vi è un bassissimo tasso di occupazione: in base all’ultima rilevazione ad avere un lavoro è appena il 31 per cento della popolazione contro la media, di per sè comunque disastrosa, del 40 per cento a livello regionale in Sicilia.

Partinico ha in tal senso un record tutt’altro che invidiabile: ha infatti il tasso di occupazione più basso d’Italia in un territorio che non scoppia certamente di salute sotto questo aspetto. Ufficialmente risultano occupate 8.300 persone su 32 mila residenti complessivi: il 9,3 per cento nelle aziende agricole, il 17,3 nell’industria e il 73 per cento nei servizi. Quei pochi che lavorano, almeno ufficialmente al netto quindi del lavoro nero, lo devono anche grazie alle famose “infornate” degli anni ’80 e ’90 della politica nella pubblica amministrazione: a Partinico infatti ci sono 3.688 persone che lavorano in enti pubblici, molti sono piazzati anche come precari del Comune e pesano come un macigno sulla asfittiche casse municipali.

Poi c’è anche l’altra faccia di una Partinico “depressa”: se sicuramente gli anziani possono essere definiti una risorsa per la loro esperienza e per l’importanza sociale a supporto delle famiglie, c’è da considerare che però statisticamente vi è un numero elevatissimo di pensionati. Se ne contano ben 8.603 pensionati, addirittura sono più di chi ha un’occupazione. L’altro dato allarmante è che siamo in presenza di pensioni bassissime, davvero sull’orlo della povertà: la media infatti è di 547,89 euro pro capite.