Partinico, sopralluogo conferma intenzione del Comune: “Palazzo Ram aperto in parte al piano terra”

Per poter aprire battenti in tutto Palazzo Ram serviranno “milioni di euro” ma c’è subito l’ok del Comune a poter quantomeno rendere fruibili alcuni locali al piano terra. Tra le ipotesi quella di allocare alcuni uffici del municipio, un modo anche per poter “vigilare” la struttura da tempo oramai in mano all’incuria, al degrado e soprattutto ai vandali.

Dà i suoi primi riscontri il sopralluogo congiunto tra amministrazione comunale e “Comitato Palazzo Ram”, composto da associazioni, storici e uomini di cultura appositamente lo scorso anno con lo scopo di salvaguardare ed utilizzare questo importante bene culturale della città. “Con i tecnici comunali  – sottolinea l’assessore ai Lavori pubblici Patrizio Lodato – verificheremo subito come poter intervenire per il ripristino degli impianti elettrico e idrico per aprire quantomeno quei locali del piano terra che sono agibili sin da subito”.

L’operazione sarà quindi quella di cominciare a dar vita allo storico palazzo che fu edificato dai Ram (che poi, nel linguaggio popolare, divenne “Ramo”), una potente e nobile famiglia della Catalogna, verso la fine del XVI secolo. Poco o niente si sa della storia di questo Palazzo fino ai primi del Novecento, quando fu utilizzato come Lazzareto durante l’epidemia della “spagnola”.

Il complesso, appartenente all’Ospedale Benfratelli di Palermo, venne trasferito al patrimonio comunale di Partinico solo nel 1983, data di entrata in vigore della riforma sanitaria. Sull’immobile sono stati spesi negli anni oltre 5 milioni di euro di fondi Europei, agganciati dal Comune, ma poi per ragioni tecniche e burocratiche il portone d’ingresso non fu mai aperto al pubblico.

Neanche a dirlo nel tempo ne hanno approfittato i vandali che hanno distrutto e rubato di tutto, dai sanitari ai vari impianti. “Ci sono tanti bandi che stiamo monitorando, alcuni dei quali utili proprio a ricercare i fondi necessari per ripristinare palazzo Ram – evidenzia l’assessore alla Cultura Angela Landa -. Si tratta di soldi pubblici messi a disposizione per il restauro o il recupero dei beni monumentali, i nostri uffici sono all’opera per ricercare il fondo specifico a cui attingere”.