ENTI LOCALI

Alcamo, caso precari non stabilizzati: arriva il (primo) conto in consiglio comunale

Approda domani, mercoledì 12 settembre, in consiglio comunale il primo conto da saldare per uno dei precari che ha citato in giudizio il Comune per avere avuto impropriamente in passato una proroga di contratto oltre i 36 mesi senza avere ottenuto la stabilizzazione come recita invece la norma in materia. Si tratta di una delle quattro sentenze fotocopia venute fuori su citazioni di altrettanti precari.

Il Comune è stato condannato per ognuno di questi casi a risarcire al lavoratore all’incirca 15 mila euro. Sentenze che si sono tramutate per l’ente locale in debito fuori bilancio di cui il consiglio comunale dovrà semplicemente prendere atto. Il sindaco Domenico Surdi commenta polemicamente questo epilogo e richiama la politica che lo ha preceduto alle sue responsabilità: “Questa è la situazione che abbiamo ereditato – afferma – per la quale è davvero difficile non parlare di macerie. A noi toccherà porvi rimedio, nel rispetto delle leggi, dei lavoratori e soprattutto della città di Alcamo”.

La notizia già da tempo è stata affrontata, a livello politico. C’è preoccupazione all’interno del palazzo di città per le future finanze del Comune alcamese legata al fatto che se tutti i precari si muovessero in questa direzione le finanze dell’ente locale andrebbero incontro ad un sicuro crack. Un primo allarme è stato già lanciato dal segretario generale del Comune, Vito Bonanno, che ha riscontrato che di casi simili ce ne sono all’incirca 200 all’interno del Comune.

Se tutti i lavoratori dovessero fare ricorso, e quindi gli venisse riconosciuto come indennizzo per risarcimento il pagamento extra di 5 stipendi sulla base dell’ultima retribuzione avuta, da un conto fatto dalla segreteria generale il Comune dovrebbe sborsare qualcosa come quasi 2 milioni e mezzo di euro. Somma che metterebbe seriamente a rischio l’equilibrio delle finanze del Comune. Alcamo continua quindi ad essere letteralmente un Comune “mangiato” dalle spese correnti.

Tra funzionamento degli uffici (quindi spese di elettricità, gas, cancelleria e quant’altro necessario) e soprattutto stipendi dell’esercito di circa 750 tra dipendenti e precari il Comune ogni anno c’è una spesa consolidata che si aggira attorno ai 40 milioni di euro. Altro che spending review al Comune: quando si tratta di stipendi e uffici al municipio non si riesce davvero a risparmiare nulla e la spesa è sempre quella.

Proprio il sindaco ha voluto fornire qualche numero sulla pianta organica dell’ente: 181 dipendenti a tempo indeterminato, di cui 25 hanno solo a 20 ore settimanali a fronte delle normali 36, altri 393 precari con contratti a tempo determinato e parziale e altri 172 lavoratori socialmente utili. “È una situazione assurda, unica nel panorama italiano, – aggiunge il primo cittadino -. Come mai a nessuno era venuto in mente di fare i concorsi prima di noi? Perché hanno preferito centinaia di dipendenti a tempo parziale?”.