AMBIENTE

Trappeto-Terrasini, San Cataldo zeppa di siti naturalisti e archeologici: si candida ad area protetta

L’area di San Cataldo, incastonata tra Trappeto e Terrasini, si candida ad “area protetta”. Sembrano esserci decisamente tutti gli elementi per potersi fregiare di questo riconoscimento ed è in corso una petizione che farà il giro della Sicilia per essere sottoscritta e inviata la ministero dell’Ambiente. A corredo un ampio dossier, realizzato da docenti universitari, ricercatori e professionisti, con cui si sono tracciati gli elementi naturalisti, e non, da tutelare.

Ad essere stati censiti 23 edifici di interesse storico, 15 siti di interesse archeologico noti, altri 4 siti di interesse geologico, oltre 150 specie botaniche e ben 65 specie di uccelli: “Sono state analizzate anche le potenzialità agricole – afferma Francesco Loria, presidente dell’associazione ‘Baia di San Cataldo’ -, sulla base dei dati raccolti sono state concepite alcune importanti strategie progettuali in armonia con la natura del territorio”.

Un vero paradosso il fatto che da oltre un ventennio quest’area viva nel più assoluto degrado. Sul mare di San Cataldo affluiscono alcuni torrenti che attraversano il comprensorio tra Partinico, Borgetto, Balestrate, Trappeto, Terrasini, Montelepre e Giardinello, e che scaricano acque putride e altamente inquinanti. Mentre l’area quindi offre importanti elementi naturalistici e archeologici si consuma questo scempio su cui l’associazione Baia di San Cataldo sta provando da tempo ad alzare il velo.

Dopo tante chiacchiere e promesse, e qualche risultato con alcune aziende vitivinicole e olearie beccate effettivamente a sversare i reflui inquinanti della propria attività sui torrenti, si è aperto nei giorni scorsi il primo tavolo tecnico all’assessorato regionale all’Ambiente con l’annuncio della bonifica dei torrenti. Un primo significativo passo che potrebbe portare al disinquinamento della foce e del mare di conseguenza, oggi non balneabile perchè inquinato.

Nel tempo l’Arpa, l’agenzia regionale per la protezione dell’ambiente, ha effettuato una serie di controlli sulla qualità dell’acqua e i risultati delle analisi di laboratorio sono stati sempre deprimenti: ad essere state accertate tracce di pesanti scarichi inquinanti di probabile origine vitivinicola e olearia a cui si aggiungono anche gli scarichi dei reflui dei Comuni del comprensorio per effetto, probabilmente, del mal funzionamento dei rispettivi depuratori.

Il dossier con la rilevazione degli elementi di interesse storico, naturalistico e archeologico sarà presentato per la prima volta il prossimo 22 settembre alle ore 15 al museo di palazzo “D’Aumale” di Terrasini su iniziativa dell’associazione “Baia di San Cataldo” e del Polo museale d’arte moderna e contemporanea, del museo regionale interdisciplinare di Palazzo D’Aumale, con il patrocinio dell’assessorato dei Beni culturali e dell’Identità siciliana. “L’incontro – aggiunge Loria – avrà una grande rilevanza perché dimostrerà l’importanza del territorio, della diffusione della ricerca e dell’interdisciplinarità. In questo caso la scelta del museo D’Aumale non è casuale, data la sua natura multidisciplinare”.