Lavoro

Partinico, produzione di olio in picchiata: colpa del clima ma anche dell’arretratezza tecnica

L’annata olivicola subisce un pesantissimo contraccolpo in termini di produzione anche a Partinico e dintorni. Colpa ancora una volta delle condizioni meteoclimatiche di questo 2018 che hanno tra l’altro favorito l’attacco di mosca e tignola.

Lo dicono le stime dei produttori raccolte dalla Cia Sicilia Occidentale, numeri che mettono però a nudo un problema che ha radici profonde: l’assenza in molte zone vocate di nuove competenze e di una vera cultura produttiva al passo con i tempi. In particolare nel partinicese il raccolto dovrebbe accusare un forte decremento che va dal 60 al 70 per cento.

“Il calo produttivo – spiega Gino Provenzano, produttore di Partinico e presidente regionale del Gruppo di interesse economico della Cia Sicilia – poteva essere più contenuto. Un buon 30% in meno è dovuto al fatto che l’ulivo viene coltivato così come avveniva duemila anni fa. E’ cambiato magari qualcosa nella raccolta, fatta ora con mezzi meccanici, ma l’olivicoltura siciliana non è riuscita a seguire l’esempio della viticoltura, dove l’innovazione delle tecniche culturali ha permesso un gran balzo in avanti. Non si fa il giusto monitoraggio sugli attacchi degli insetti e non si fa prevenzione. L’olivicoltura dalle nostre parti sconta ancora una certa arretratezza”.