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Alcamo, al Comune scoppia caso su 69 precari: chiedono stabilizzazione diretta

Nessun precario del Comune di Alcamo rientra tra quelli che sono stati assunti con procedura concorsuale. Quindi l’intera enorme platea partirà dalle stesse identiche condizioni per aspirare alla prossima stabilizzazione. A certificarlo è stato il dirigente ad interim della Direzione 2 che si occupa di personale del Comune, Vito Bonanno (nella foto), che quindi fuga ogni dubbio riguardo ad un certo numero di precari che a quanto pare ambivano alla stabilizzazione senza passare da alcuna procedura selettiva così come invece ha previsto il municipio con un apposito regolamento recentemente approvato.

Si tratta di 69 unità la cui “causa” è stata presa per mano anche dai sindacati che hanno già sollecitato il Comune a ritenere questo personale da stabilizzare in quanto, a detta loro, avrebbero già superato una prima procedura selettiva. Dello stesso avviso non è stato Bonanno che li ha quindi esclusi indirizzandoli quindi insieme agli altri circa 300 colleghi è più verso lo stesso destino, quello cioè di sottoporsi a delle prove di idoneità.

Il caso è nato per effetto di un ristretto numero di lavoratori, per l’appunto 69, per i quali era stata paventata la potenziale stabilizzazione diretta da parte dei sindacati sulla base della recente legge Madia che prevede per l’appunto la formazione di due elenchi per la stabilizzazione, quello del personale già oggetto di procedure concorsuali e quello invece che non vi rientra.

Le organizzazioni di categoria hanno fatto riferimento specifico ad una circolare, la numero 20 del 30 settembre del 2002 dell’assessorato regionale del Lavoro, e alla legge regionale numero 24 del 2000 in cui rientravano i 69 lavoratori che effettivamente furono sottoposti a dei “criteri selettivi”. Criteri che però non hanno nulla a che fare con le rigide selezioni di un concorso così come inteso giurisprudenzialmente e con una serie di sentenze.

All’epoca a questi 69 precari in realtà fu solo chiesto se fossero stati utilizzati in attività socialmente utili presso lo stesso ente al momento della selezione, se fossero in possesso della professionalità richiesta per il contratto da stipulare ed ancora se fossero stati utilizzati nelle attività socialmente utili in mansioni uguali, analoghe o connesse a quelle richieste. Per il resto fu richiesta in selezione la maggiore età e il carico familiare.

“Nessuna delle procedure selettive svolte dal Comune di Alcamo per il reclutamento a termine dei 69 lavoratori socialmente utili – afferma nel suo parere Bonanno – può essere ricondotta ad una ordinaria procedura concorsuale in quanto, a prescindere dal mancato svolgimento di esami, non si è proceduto nemmeno ad una valutazione dei titoli per accertare l’idoneità professionale dei vari lavoratori, ma si è redatta una graduatoria attingendo da una base ristretta di soggetti lavoratori socialmente utili e tenendo conto esclusivamente di anzianità e carico familiare, non risultando nemmeno valorizzato il punteggio del titolo di studio”.

Al parere di Bonanno si è arrivati su sollecitazione del responsabile dell’Area 3 “Risorse Umane” del Comune, Giovanni Dara, che aveva espresso già dei seri dubbi sulla vicenda all’atto di ricognizione del personale precario, documento propedeutico per avviare le procedure di stabilizzazione. “In nessuna delle selezioni – ha evidenziato Dara – si è provveduto ad accertare le competenze e le capacità professionali dei dipendenti assunti a tempo determinato”.