CRONACA

Carini, imbarazzo al Comune. Scoperta casa abusiva al vicesindaco, Monteleone: “Una ritorsione, noi trasparenti”

“C’è imbarazzo ma da parte nostra totale trasparenza”. Il sindaco di Carini Giovì Monteleone (nella foto a sinistra) di capo e collo si ritrova con il suo vice, Enzo Alamia (a destra), coinvolto in un caso di presunto abusivismo edilizio. Una vera beffa per quello che viene definito un “sindaco-sceriffo” nei confronti degli abusivi. Monteleone da quando è diventato sindaco della città, nel giugno del 2015, nonostante il fardello del dissesto finanziario ha comunque portato avanti le ruspe per abbattere le baracche del lungomare cementificato selvaggiamente. Ora però scopre che il suo vice è invischiato in una storia di presunti abusi.

Tutto è nato da un esposto anonimo alla polizia municipale in cui si parla di una vasta area cementificata selvaggiamente. I caschi bianchi si portano in contrada Chiovaro, per l’esattezza in via Agrumeti, e scoprono una serie di abusi edilizi. Da qui è partito un certosino lavoro, in raccordo con gli uffici comunali della X Ripartizione che si occupa di ‘Abusivismo’ per rintracciare l’infinita sfilza di proprietari delle varie particelle dei terreni. Alla fine, nella giungla di visure catastali, spunta fuori che tra originari titolari ed eredi sono in 16 i coinvolti in questa storia.

E tra questi spunta un nome eccellente, per l’appunto quello di Enzo Alamia, 54 anni, libero professionista, attuale vicesindaco e politico di lungo corso a Carini. Con lui anche la madre di 84 anni, la sorella e il fratello rispettivamente di 60 e 43 anni. Un terreno ereditato dalla famiglia del vicesindaco alla morte del padre. Nelle varie particelle, quindi anche in quelle in cui la famiglia di Alamia non ha alcuna titolarità, i vigili urbani hanno trovato vari immobili, piattaforme, tettoie, manufatti e anche vari immobili.

Tutto, secondo quanto verbalizzato dagli agenti, senza alcuna autorizzazione. L’abuso sarebbe legato alla realizzazione di manufatti e al mancato rispetto delle norme che disciplinano il frazionamento e l’edificazione nelle aree. Sulla base del regolamento comunale edilizio e della norma di attuazione del piano regolatore generale, i vigili hanno accertato violazioni che “i lavori sono stati eseguiti in assenza dei titoli abilitativi dovuti per legge e dei relativi pareri degli enti preposti al vincolo”, ed in questo caso Genio civile e Soprintendenza.

Sul tavolo del sindaco, come ammette lo stesso Monteleone, anche una nota del segretario generale in cui si parlerebbe di una presunta incompatibilità tra il vicesindaco e l’eventuale ricorso che potrebbe fare contro il provvedimento di abuso edilizio: “Per ragioni di opportunità c’è l’ipotesi che il vicesindaco possa rimettere il mandato – preannuncia ancora il primo cittadino il quale però ci tiene a precisare che se abuso c’è stato non lo ha commesso il suo vicesindaco ma semmai il padre da cui ha ereditato il terreno -. Con lui ci siamo parlati e mi ha assicurato di non aver commesso alcun abuso, mi auguro che possa dimostrare nelle sedi competenti la sua innocenza”.

Sull’esposto anonimo il sindaco si toglie anche qualche sassolino dalla scarpa: “Chissà, forse è stato presentato da chi è stato sanzionato molto più pesantemente per abusi edilizi e per ritorsione ha voluto mettere in imbarazzo me e la mia amministrazione. Noi abbiamo fatto tutto nella massima trasparenza, gli uffici non si sono sicuramente fermati negli accertamenti”.