CRONACA

Alcamo, violenze alla figlia di 14 anni: condannati entrambi i genitori, pene superiori rispetto alle richieste del pm

Pene più alte rispetto a quelle richieste dal pubblico ministero. Ad una coppia di coniugi alcamesi sono arrivate condanne pesantissime per le violenze a cui sarebbe stata sottoposta la figlia di appena 14 anni. Al padre sono stati inflitti 12 anni e 6 mesi per violenza sessuale ai danni della figlia e minacce di morte all'altro figlio; la madre, 55 anni, invece ha avuto una condanna a 10 anni sempre per reati connessi alla violenza sessuale.

Per l'uomo, difeso dall'avvocato Sebastiano D'Angelo, il processo si è sviluppato con il rito abbreviato semplice; per la moglie, difesa dall'avvocato Claudio Pirrone, invece c'è stato un abbreviato condizionato alla perizia psichiatrica da cui venne però fuori che malgrado l'epilessia e il ritardo cognitivo era comunque perfettamente in grado di intendere e di volere e con "piena capacità processuale".

La sentenza è stata emessa dal gup Emanuele Cersosimo. Il pm che ha portato avanti l'udienza, Sara Morri, aveva chiesto per il 60enne 10 anni e 8 anni e mezzo per la 55enne. In pratica ad entrambi non sono state riconosciute le attenuanti generiche. Oltre alla condanna ai due coniugi è stata tolta la potestà genitoriale e applicate misure di sicurezza, tra le quali il divieto di avvicinamento ai posti frequentati dai minori per due anni successivi all'espiazione della pena.

Secondo la ricostruzione della vicenda, la ragazzina venne violentata per diversi mesi con la complicità anche della madre che a un certo punto avrebbe anche preso parte al morboso incesto. La minore, nonostante le violenze anche psicologiche e le minacce, avrebbe avuto il coraggio di raccontare tutto ad amici e parenti denunciando i genitori alla polizia. Dalla ricostruzione anche processuale un fratello avrebbe tentato in un'occasione di difenderla ma sarebbe stato minacciato con un coltello puntato alla gola dal padre.

Ad essere riconosciuti anche risarcimenti, che saranno liquidati in sede civile, alle parti civili (vittima e fratelli) che si sono costituite nel giudizio difese dagli avvocati Giovanna Melodia, Maria Mollica e Caterina Camarda.