CRONACA

Partinico, senegalese picchiato per razzismo: sfuma il sogno di fare il cuoco all’Ars?

Troppa burocrazia e a distanza di un mese ancora è un miraggio il promesso posto di lavoro per Khalifa Dieng, il senegalese di 19 anni ospite di un centro di accoglienza a Partinico e vittima di un brutale pestaggio nel luglio scorso a causa di un presunto odio razziale, così come si sono incanalate sino ad oggi le indagini dei carabinieri. Quella promessa venne fatta dal presidente dell’assemblea regionale siciliana, Gianfranco Miccichè, alla presenza dell’assessore ai Servizi sociali del Comune di Partinico Rosi Pennino e dello stesso ragazzo di colore.

Il numero uno di Sala d’Ercole si lascia andare ad uno sfogo via facebook: “Un mese fa – scrive – avevo promesso di fronte alle telecamere di aiutare Khalifa Dieng, offrendogli uno stage nelle cucine dell’Ars. Ad oggi non ci sono ancora riuscito e corro il rischio di passare per bugiardo. Sapete per colpa di chi? Della burocrazia. Ho il tavolo letteralmente intasato da richieste di permessi, autorizzazioni e carte bollate. Una trafila pazzesca tra uffici e sportelli, montagne di carte necessarie per permettere a questo ragazzo di realizzare il primo passo verso il suo sogno lavorativo. Sono amareggiato ma non demordo”.

Dunque Miccichè si dice deluso ma per nulla scoraggiato, segno che ancora vuole provare a fare qualcosa. A prendere a cuore il ragazzo, tra semplici cittadini, mondo dell’associazionismo e la chiesa, anche l’amministrazione comunale ed in particolare l’assessore Pennino che ha aperto al 19enne la possibilità di trovare un posto nel mondo del lavoro. “Sfruttando” la sua diretta conoscenza con il presidente dell’Ars l’assessore partinicese portò alla ribalta il suo caso.

Al giovane venne offerta un mese fa, per l’esattezza, la possibilità di frequentare uno stage di due mesi nella cucina dell’Assemblea regionale siciliana per iniziare a realizzare il suo sogno: diventare un cuoco. Accompagnato dalla Pennino e dai responsabili della comunità Sympatheia dove alloggia, Khalifa ha incontrato personalmente Miccichè nel suo ufficio di Palazzo dei Normanni a Palermo. Quattro chiacchiere ed anche tanti sorrisi, un incontro assolutamente informale.

Tra baci e abbracci, quella stretta di mano con Miccichè per il senegalese significava anche molto di più un contratto. Oggi però il ragazzo ha dovuto scontrarsi anche con la malaburocrazia. Per l’aggressione subita da Khalifa Dieng in piazza Santa Caterina sono stati arrestati Gioacchino Bono, 34 anni, e Lorenzo Rigano di 37, raggiunti da un’ordinanza di applicazione della misura cautelare dei domiciliari.

Attraverso i filmati della videosorveglianza i carabinieri hanno ricostruito i tre terribili minuti che hanno coinvolto nella spirale di violenza il giovane senegalese, picchiato a calci e pugni ripetutamente.