CRONACA

Alcamo, rete di spaccio formato famiglia al “villaggio regionale”: scattano sei misure cautelari (VIDEO)

Market della droga formato famiglia. A scoprire la rete di spacciatori i carabinieri che hanno sgominato un vero e proprio traffico di stupefacenti nel quartiere popolare del “Villaggio regionale”. In 6 sono stati destinatari di misure cautelari tra marito, moglie, cugini, più altri due soggetti di cui uno appare slegato da loro ma che per un altro reato è stato intercettato nel corso della stessa indagine.

A finire dietro le sbarre soltanto Emanuele Cataldo (nella foto in basso a destra), 35 anni, mentre è arrivato l’obbligo di dimora ad Alcamo per la moglie Francesca Palmeri (in basso al centro) di 46, i loro cugini Fabrizio (in alto a sinistra) ed Emanuele Trupiano (in alto al centro), rispettivamente di 21 e 25 anni, e per Paolo Piazza (in basso a sinistra), 45 anni; infine per Piero Saitta (in alto a destra) di 35 anni c’è sempre l’obbligo di dimora ma nel comune di Palermo. Per loro le accuse a vario titolo sono detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti, ricettazione ed evasione.

Mente di tutta l’organizzazione era Cataldo, con numerosi precedenti alle spalle, il quale aveva creato una fitta rete di collaboratori che aveva come quartier generale proprio il rione di case popolari della cittadina alcamese. L’indagine, chiamata convenzionalmente “Dark village”, è partita già nell’aprile scorso dalla compagnia di Alcamo guidata dal capitano Giulio Pisani che aveva fiutato l’esistenza di questa possibile organizzazione che letteralmente comandava il traffico di stupefacenti della zona, con ramificazioni che ovviamente andavano oltre alla logica di quartiere.

A scorrere a fiumi, secondo le prime indiscrezioni raccolte, erano soprattutto cocaina e marijuana. Da qui è scattata una capillare azione di controllo, molto discreta, che si è resa possibile anche grazie all’ausilio di sofisticate strumentazioni di ultima generazione per intercettare i responsabili del giro in modo da ascoltare le loro conversazioni e filmarle. I carabinieri del nucleo radiomobile sono riusciti a documentare numerosi episodi di spaccio verificatisi principalmente nei meandri delle infinite viuzze che costeggiano i palazzi di edilizia popolare alcamesi.

Intercettazioni che hanno svelato poi dettagliatamente le modalità con cui la banda operava. Il dominus Cataldo si è scoperto essere responsabile non solo del reato di cessione dello stupefacente ma anche di ricettazione ed evasione dagli arresti domiciliari. Di detenzione e spaccio è anche accusata la moglie, Francesca Palmeri e i cugini Emanuele e Fabrizio Trupiano.

A loro sostegno, ma qui siamo ancora sul campo delle ipotesi investigative, ci sarebbe stato il palermitano Piero Saitta: secondo i primi riscontri c’è il forte sospetto che fosse lui a rifornire di marijuana l’organizzazione. Per Piazza invece l’accusa è di ricettazione: nella sua disponibilità sono stati rinvenuti due teloni in pvc componenti di un gazebo rubato nel settembre 2017 in contrada Conza di Castellammare del Golfo.

Quest’ultimo è stato casualmente intercettato nel corso dell’indagine e per questo è finito nel calderone delle misure cautelari. Inoltre a Cataldo è stato anche contestato il reato di evasione: trovandosi già in regime di arresti domiciliari per un altro motivo, i carabinieri lo hanno beccato mentre usciva dalla propria abitazione.

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