CRONACA

Alcamo, operazione “Palude”: indagato anche l’assessore Turano per corruzione e abuso d’ufficio

Corruzione e abuso d’ufficio: questi i capi di accusa per l’assessore regionale Mimmo Turano (nella foto), 53 anni, alcamese, che risulta formalmente indagato a piede libero nell’ambito dell’indagine della guardia di finanza sfociata oggi nell’operazione “Palude” sfociata nell’arresto del capo del genio civile di Trapani e del dirigente del settore Lavori pubblici del Comune di Castellammare del Golfo.

Ad essere venuto alla luce un sistema fatto di corruzione tra burocrati e imprenditori con accuse a vario titolo che vanno dalla corruzione per atti contrari ai doveri d’ufficio, al falso materiale ed ideologico commesso da pubblici ufficiali in atti pubblici e violazioni alla normativa in materia di appalti pubblici.

“Ho saputo di essere indagato nell’ambito di un’inchiesta condotta dalla Procura di Trapani su fatti che sarebbero accaduti ad Alcamo due anni fa – commenta Turano -. L’indagine non riguarda in alcun modo il mio attuale ruolo di assessore. Sono assolutamente sereno e ho piena fiducia nella magistratura e nel lavoro dei giudici. Ho già informato il Presidente della Regione e ho già dato mandato ai miei legali al fine di chiarire al più presto la mia posizione”.

I presunti reati contestati intercorrono nel periodo compreso tra maggio 2016 e maggio 2017, quando Turano all’epoca era deputato regionale (fu nominato assessore nel novembre del 2017). Secondo quanto emerso dalle indagini Pirrello e Turano si sarebbero messi a disposizione l’uno per l’altro, ognuno per il proprio ruolo ricoperto da funzionario e politico, facendosi vicendevolmente dei favori e quindi abusando della posizione che avevano.

In particolare Pirrello avrebbe spinto per l’evasione in tempi record della pratica che riguardava la moglie e il cognato di Turano; ha anche scritto al Comune di Alcamo all’epoca dei famosi pozzi privati, le cui concessioni non furono rinnovate dall’amministrazione comunale a partire dal 2017, per indurli a rinnovare la richiesta autorizzativa pur non avendo alcun interesse pubblico rispetto alle competenze del genio civile allo scopo di “promuovere la figura di Turano quale paladino delle istanze dei cittadini” e inneggiando la sua figura anche presso gli autotrasportatori che al contrario avevano l’interesse di continuare a prelevare acqua dai pozzi per rivenderla ai privati;

inoltre Pirello avrebbe anche fatto avere a Turano, indebitamente, la documentazione inerente al mancato rinnovo delle autorizzazioni al prelievo dei pozzi e in ultimo si sarebbe adoperato per non far emettere un decreto di sospensione della concessione demaniale al porto di Castellammare ad un amico dell’assessore regionale.

Turano, come presunta contropartita, si adoperò per far nominare l’ingegnere capo quale responsabile unico del procedimento per la progettazione del I lotto dei lavori del porto castellammarese; Turano inoltre s’impegnò ad interessarsi affinchè all’Ars non passasse la legge per la creazione di un’unica fascia per i dirigenti ma mantenendo le attuali tre fasce.

 
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