CRONACA

Castellammare del Golfo, ex dirigente del Comune vittima di stalking: cognato condannato a 7 mesi

Minacce di morte, pedinamenti, persino aggressioni fisiche. Con l’accusa di stalking è stato condannato a 7 mesi dal tribunale di Trapani il castellammarese Gaspare Randazzo, 55 anni. La sua ossessione però non era una donna, bensì il cognato, vale a dire il fratello della moglie. Vittima delle sue attenzioni Simone Cusumano, 63 anni, l’ex dirigente del Comune oggi sospeso per via dell’applicazione nei suoi confronti della misura degli arresti domiciliari per un’altra vicenda che lo vede implicato nell’ambito di una presunta corruzione e abuso d’ufficio scaturita nell’operazione della guardia di finanza denominata “Palude”.

L’imputato era convinto che Cusumano maltrattasse la moglie, quindi sua sorella, accusa mai confermata dalla stessa presunta vittima. Questo sarebbe stato il motivo che ha spinto Randazzo, titolare di un noto ristorante di Castellammare del Golfo e di una pescheria molto rinomata, a perseguitare il cognato. Cusumano si è costituito parte civile nel processo chiedendo il risarcimento dei danni. Il giudice Franco Messina ha condannato Randazzo non solo a 7 mesi, già scontati perchè dall’agosto dello scorso anno per questi fatti si trovava ai domiciliari, ma anche al risarcimento danni che dovrà quantificare in separata sede il tribunale civile oltre alle spese di giudizio.

Proprio per questo motivo contestualmente alla sentenza il giudice ha ordinato la revoca della misura cautelare. Cusumano, difeso dall’avvocato Fabio Sammartano, è stato riconosciuto alla fine del dibattimento processuale come vittima del cognato. Nel corso del processo Randazzo avrebbe continuato a sostenere che il comportamento assunto nei confronti dell’ex dirigente comunale scaturiva dal fatto che la sorella fosse maltrattata all’interno delle quattro mura domestiche.

Nel corso delle varie udienze il 55enne ha continuato a ripetere che il suo comportamento era dovuto ad una difesa nei confronti della sorella perchè, a suo dire, sarebbe stata più volte vittima di maltrattamenti in famiglia ad opera di Cusumano.

“Una giustificazione – ha evidenziato l’avvocato Sammartano – peraltro assolutamente smentita dalle risultanze dibattimentali. La stessa moglie di Cusumano, sentita dal giudice, non ha mai fatto alcun cenno a detta circostanza”. Ad essere venuti fuori vari episodi in cui Randazzo ha minacciato anche di morte Cusumano, in più occasioni lo avrebbe anche fisicamente aggredito e persino aspettato sotto casa per impedirgli di uscire.

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