ENTI LOCALI

Partinico, il sindaco si è dimesso: “Clima che rende ingovernabile il paese”. Città ad un passo dal baratro

Il sindaco di Partinico Maurizio De Luca questa mattina ha protocollato le sue dimissioni. Una decisione clamorosa ma al tempo stesso che si ventilava nell’aria da qualche tempo. Eletto nel giugno scorso con una coalizione di centrodestra, De Luca oramai da quattro mesi andava avanti senza una maggioranza.

A suo sostegno sono rimasti una decina di consiglieri sui 24 presenti dietro gli scranni e non senza feroci polemiche di contorno.

“Rassegno le dimissioni – scrive De Luca nella lettera consegnata al segretario generale del municipio – essendo venute meno le condizioni politiche originarie che mi avevano fatto decidere di accettare un impegno che sapevo essere gravoso ma necessario. Sono stato ai patti ma oggi lo scenario mi impone una decisa presa di posizione dato il clima che rende ingovernabile il difficile necessario e improcrastinabile processo di cambiamento di cui questo Comune necessita”.

De Luca aveva già chiarito che se non fosse riuscito a ricompattare la coalizione di centrodestra che lo sosteneva avrebbe rimesso il mandato. Da tempo l’Udc è uscita fuori, con loro anche vari esponenti che facevano parte di Diventerà Bellissima, partito di cui fa parte il sindaco. In questi primi 10 mesi di governo il primo cittadino ha dovuto fare ricorso a rimpasti e azzeramenti di giunta, e adesso si era ritrovato di fronte al problema di sostituire due assessori che avevano rimesso il mandato per ragioni diverse, Rosi Pennino di Forza Italia e Giuseppe Franzone di una lista civica.

Da oggi scattano i 20 giorni di tempo, come prescrive la norma, entro i quali De Luca potrà tornare sui suoi passi ed eventualmente ritirare le dimissioni. Dopo i 20 giorni diverrebbero esecutive e decadrebbe in automatico la giunta. Resterebbe in carica il solo vicesindaco che sarebbe chiamato all’ordinaria amministrazione almeno sino all’insediamento del commissario nominato dalla Regione.

Resterebbe in carica invece il consiglio comunale sino a che ovviamente non si andrà alla nuova tornata elettorale che, si presume, sarebbe convocata l’anno successivo.

 
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