CRONACA

Partinico, mafia e scommesse: Cassazione conferma carcere per Ninì Bacchi

La gravità degli indizi nei confronti dell’imprenditore di Partinico Benedetto “Ninì” Bacchi (nella foto a sinistra) non consente la revoca della custodia cautelare disposta dal Tribunale di Palermo. È quanto si legge nel provvedimento della Cassazione, riportato dal’agenzia di stampa Agripro, che boccia il nuovo ricorso dei legali di Bacchi, imputato per il suo ruolo nell’organizzazione criminale sgominata dalla Procura Antimafia con l’operazione “Game Over” dello scorso anno.

Nel 2018 la Procura di Palermo aveva smantellato la rete di imprenditori e commercianti in affari con Cosa nostra per la gestione del business delle slot machine e delle scommesse.

Dalle indagini della squadra mobile era emerso il sistema con cui i due capi Antonio Lo Baido (nella foto a destra) e, appunto, Ninì Bacchi (che gestivano il bookmaker maltese B2875) “stringevano accordi con i capi delle associazioni criminali dei quartieri di Palermo, che  – secondo la Procura – avrebbero imposto le loro imprese quali unici soggetti legittimati a gestire videopoker e scommesse online”.

In cambio del monopolio Bacchi e Lo Baido avrebbero garantito entrate fisse nelle casse delle famiglie. Secondo la Cassazione, il Tribunale ha correttamente evidenziato la “gravità dell’originario quadro indiziario, sorretta dalle plurime e convergenti dichiarazioni accusatorie di numerosi collaboratori e confermata sia dal tribunale del riesame che dal giudice di legittimità”.

Proprio i collaboratori “avevano esplicitamente disatteso la tesi difensiva incentrata sulla rappresentazione del Bacchi come ‘vittima’ di estorsioni da parte delle famiglie mafiose, anziché di imprenditore colluso o contiguo alle stesse”. Al contrario, è stata sufficientemente dimostrata la “accertata ramificazione e ampiezza della rete imprenditoriale del Bacchi in relazione sistemica con l’organizzazione Cosa Nostra”. Il ricorso è stato quindi dichiarato inammissibile.