ENTI LOCALI

Partinico, dopo il dissesto si torna a spendere: mezzo milione per le scuole e torna l’asilo nido

Dopo la dichiarazione di dissesto finanziario del Comune di Partinico si sbloccano le prime somme per tornare finalmente a spendere in città e ad investire soprattutto. Arrivano infatti in consiglio comunale le prime variazioni di bilancio, come non se ne vedevano addirittura dal 2016, ultimo anno in cui si è riuscito ad approvare un bilancio al Comune.

Domani, mercoledì 19 giugno, l’assise sarà chiamata a giostrare qualcosa come mezzo milione di euro: fondi tutti non comunali ma che arrivano da Regione, Stato o Unione Europea, ma comunque poco importa. La fetta più grossa, circa 330 mila euro, giunge per la verifica sismica di tutti gli immobili adibiti ad edifici scolastici di pertinenza del Comune, parliamo quindi di scuole materne, elementari o medie; ci sono poi altri 50 mila euro per la ristrutturazione del palazzetto rosa che ospita la scuola dell’infanzia dell’istituto Capitano Polizzi; infine 150 mila euro serviranno per poter far riaprire i battenti ad un asilo nido, dopo la chiusura di entrambi i plessi per le note difficoltà finanziarie dell’ente.

Sicuramente importante sarà la verifica della sicurezza delle strutture in cui sono ospitate le varie scuole, come altrettanto importante è da ritenersi la spesa per il “Palazzetto rosa”, il plesso della scuola materna chiuso oramai dal febbraio del 2017 per alcuni interventi di manutenzione per la messa in sicurezza dell’edificio. Parliamo di un immobile che in questo lasso di tempo è stato vandalizzato diverse volte.

Non meno importanti i 150 mila euro per la riapertura di un asilo nido comunale, stanziati dall’assessorato regionale della Famiglia e delle Politiche sociali. Soldi necessari per il potenziamento dello “Spazio gioco” con la possibilità di utilizzo di personale esterno.

In questo modo non solo ci sarà la possibilità di garantire un servizio alle famiglie, che ha cessato di esistere da settembre scorso, ma nel contempo si potrà anche tornare ad utilizzare almeno parte del personale storico in forza alle cooperative sociali che era impiegato all’interno dei due asili funzionanti sino all’anno scorso rimasto adesso senza lavoro.