CRONACA

Alcamo, la mafia nella cella frigorifera: 20 anni a quattro esponenti del clan in appello

Niente sconti al clan mafioso di Alcamo. Confermati anche in appello i 20 anni di carcere complessivi per quattro esponenti di spicco del mandamento, arrestati nel 2017 in seguito all’operazione condotta dalla polizia denominata “Freezer”. Tutte accolte le richieste di pena nella sua totalità avanzate dalla Procura generale di Palermo per i quattro imputati in abbreviato:

la pena più alta a 6 anni di reclusione per Antonino Stella; 4 anni e 8 mesi a testa invece per Ignazio Melodia, 62 anni, ossequiato in città con il nomignolo di “u dutturi”, Filippo Cracchiolo e Giuseppe Di Giovanni. Il solo Melodia si vede ridurre la pena rispetto al primo grado quando gli furono dati 6 anni e 4 mesi. Ha sostanzialmente retto quindi l’impianto accusatorio anche in seconda grado: per tutti è stata riconosciuta l’associazione mafiosa.

Nel corso dell’inchiesta si accertò che i clan trapanesi si riunivano all’interno di una cella frigorifera: da qui il nome scelto per il blitz. I mafiosi pensavano di essere al sicuro, non sapendo della presenza delle cimici. Il più ossessionato dalla paura di essere intercettato era proprio Ignazio Melodia, indicato in questa operazione a capo dell’organizzazione, fratello del boss Antonino, in carcere per scontare diversi ergastoli e ritenuto indiscusso capomandamento di Alcamo.

Le intercettazioni ambientali hanno permesso di evidenziare che ancora una volta il pilastro dell’economia mafiosa era il racket delle estorsioni. Scarcerato dal 2012, dopo avere scontato una condanna di 10 anni in via definitiva per mafia, Melodia era tornato a guidare il mandamento di Alcamo, Calatafimi e Castellammare del Golfo, e si spingeva anche ben oltre. Era proprio lui che organizzava questi summit e non solo all’interno della cella frigorifera di un fruttivendolo di via Foscolo ma anche in bar o attività commerciali.

E’ venuto fuori come la mafia alcamese operasse con i metodi tradizionali: avvertimenti, estorsioni ad imprese e commercianti. In particolare è stata intercettata un’estorsione di cui si era incaricato personalmente Ignazio Melodia. La vittima però ha reagito, nel senso che lo ha registrato di nascosto e dopo ha fatto ascoltare tutto agli inquirenti: “Io mezza provincia comando” avrebbe detto “u dutturi”.

E’ in corso, invece al tribunale di Trapani il processo col rito ordinario per altri quattro imputati a piede libero. Le cimici hanno svelato inoltre l’influenza esercitata dai clan durante le elezioni amministrative del 2016 nella cittadina alcamese. Ingerenze che risultarono alla fine poi vane perchè la cosca comunque non ottenne ciò che avrebbe voluto e cioè un potenziale riferimento all’interno dell’assise.