Balestrate, contrasti tra pescatori: il santo trasportato con auto e carrello

Se non ci fosse stato di mezzo un santo in tanti avrebbero potuto scambiare quella processione per un azzardato carnevale estivo. Vedere un carrello agganciato ad una vecchia auto scassata girare per le vie principali del paese, trainando la statua di San Pietro, è stata una scena che ha lasciato tanti davvero increduli. Volti sbigottiti che guardavano con stupore, e in alcuni casi anche con disgusto, quello che stava accadendo.

Il simulacro appena uscito dalla chiesetta di San Pietro, che si trova in fondo a via Roma, è stato in pratica caricato su un carrello agganciato ad un vecchio modello di auto Renault di colore rosso e nero. Motivo? I pescatori, che sono coloro i quali hanno sempre portato a spalla la statua, erano appena in tre.

Tutti gli altri avevano disertato la funzione religiosa e dunque non era possibile poter spingere l’imponente e molto pesante vara. Per superare questo problema si è deciso quindi di organizzarsi con un’auto e un carrello, procedendo a passo d’uomo per i pochi intimi che alla fine hanno deciso di accompagnare il simulacro. Oltre ai pescatori, che hanno quasi in massa disertato l’appuntamento clamorosamente, anche tanti fedeli, alla vista di quell’auto a far da traino al santo, hanno deciso di andare via in fretta e furia.

L’assenza dei pescatori sarebbe stata dovuta a forti tensioni e scontri all’interno della categoria che da tempo si trascinavano. Piccoli screzi che spesso, in paese, finiscono per diventare grandi ostacoli e motivo anche di interruzioni di ogni tipo di rapporto umano. Contrasti che, secondo quanto si sussurra, non sarebbero affatto riconducibili a diverse visioni organizzative dell’evento ma a problemi personali che fra i pescatori si consumano da tempo.

C’è da dire che sino ad oggi questi contrasti alla fine sono stati superati per “amore” del santo protettore, per l’appunto San Pietro: questa volta, evidentemente, neanche le intercessioni divine sono state in grado di sanare le fratture. Non ha nascosto nell’omelia il suo disappunto per quanto stava accadendo l’arciprete del paese, don Francesco Giannola, che ha richiamato al forte senso di comunità tutti i balestratesi, chiedendo di unirsi nei momenti di difficoltà e non di dividersi. Abbiamo provato ieri a contattarlo più volte ma non ha mai risposto al telefono che ha continuato a squillare a vuoto.

Un caso clamoroso che ha finito per spostarsi addirittura sul piano politico. Il consigliere comunale Giuseppe Curcurù sostiene che qualche pescatore avesse chiesto al sindaco Vito Rizzo dettagli sull’organizzazione: “Il primo cittadino ha risposto che avrebbe predisposto un incontro con padre Francesco per la pianificazione della parte religiosa – afferma -. Pochissimi giorni fa, il pescatore mi faceva notare che l’incontro non era ancora avvenuto e che il sindaco-mediatore non si sarebbe più fatto sentire”.

“Mi ero messo a disposizione – replica Rizzo – ma non è stato necessario poiché i pescatori hanno proceduto in autonomia”. “Mi farò promotore io il prossimo anno di fare incontrare amministrazione, chiesa e pescatori – aggiunge il consigliere Rosario Vitale – affinchè si possa costituire una congregazione o comunque un organismo ufficiale che possa rispondere dell’organizzazione della processione. Credo che quanto accaduto quest’anno non si debba più ripetere”.