Agricoltura

Partinico, condotte dello Jato: maxi investimento da 10 milioni ad un passo

Rispolverato e adesso anche ad un passo. Parliamo del progetto di rifacimento di una delle più importanti reti irrigue della diga Jato e che quindi porta l’acqua per uso agricolo nel comprensorio del partinicese. Proprio in questi giorni si è rimesso in moto il progetto definitivo, cosa che quindi permette l’utilizzo dei fondi che in realtà da tempo il Cipe ha già messo a disposizione ma che sono rimasti in un cassetto inutilizzati.

Si tratta di ben 10 milioni di euro che ancora sono appostati e dunque pronti per essere spesi. La svolta è arrivata dal Genio civile di Palermo dove si è fatto un ulteriore passo avanti. Un iter che sta adesso seguendo da vicino il senatore di Partinico Franco Mollame, componente a Palazzo Madama della commissione Agricoltura.

Personalmente si è recato proprio al genio civile dove il progetto rischiava ancora di arenarsi: “Prima è stato concluso l’iter sul nulla osta idraulico – afferma Mollame -, ho parlato personalmente col funzionario. Il Provveditorato Opere pubbliche per la Sicilia aveva chiesto anche quello ‘sismico’. A sua volta il genio civile aveva espresso perplessità sulla competenza specifica e in seguito lo stesso Provveditorato ha ritenuto sufficiente la dichiarazione del responsabile unico del procedimento”.

Insomma, scoglio superato, ultimo vero passaggio burocratico più complesso. La strada adesso dovrebbe essere in discesa: “Entro fine mese – aggiunge il senatore – si riunisce il Comitato del Provveditorato opere pubbliche Sicilia-Calabria. Ottenuto l’auspicato nulla osta si passa alla riprogrammazione attraverso una delibera del Cipe già in corso di redazione presso il ministero delle Politiche agricole. Le somme sono già disponibili nel ‘Piano Irriguo Nazionale 2010’ da qualche anno”.

Il completamento di questo iter permetterà di potere utilizzare soldi ottenuti dal governo regionale attraverso l’Unione Europea per realizzare un primo stralcio dell’opera, essendo molto ampia la rete di distribuzione. Soltanto i tratti di tubature in cemento amianto che si dovranno andare a sostituire sono all’incirca 650 chilometri. Da considerare che da oramai due anni questo lotto è totalmente inutilizzato perché letteralmente a pezzi.

Questo comporta l’impossibilità di irrigare all’incirca 1,7 ettari di terreni coltivati che al momento restano a secco. Più in generale comunque tutte le condotte sono fatiscenti e questo perché furono realizzate tra il 1970 e il 1973, quindi siamo in presenza di una infrastruttura che sta quasi raggiungendo il mezzo secolo di vita e proprio per questo assolutamente vetusta, tanto che è stato stimato che in 7 mila ettari irrigati l’acqua per rotture dovute alla rete non arriva a circa il 50 per cento del territorio da irrigare.

Gli ultimi interventi più massicci furono realizzati tre anni fa e riguardarono una serie di lavori che si resero necessari anche a causa della raffica di furti che si verificarono nelle campagne del partinicese: ad essere stati rubati dagli impianti che conducono l’acqua della diga alle campagne vari idranti, saracinesche, sfiati, recinzioni, pedane calpestabili, conduttori elettrici ed apparecchiature idrauliche.