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Partinico, commissario del municipio contro tutti: “Comune usato come un bancomat, ora si cambia” (VIDEO)

E’ un commissario straordinario contro tutto e tutti quello che regge il Comune di Partinico. L’impatto di Rosario Arena (nella foto) con la politica locale, ed in particolare con il consiglio comunale, è stato abbastanza fragoroso. Da ex alto ufficiale della guardia di finanza ha subito fatto valere la sua “rigida” preparazione e cultura militare.

“Ordine e disciplina” è il suo motto e l’immediato impatto si sta già vedendo nella vita di tutti i giorni: assoluta austerità, niente feste e festicciole e soprattutto pugno duro contro le “illegalità “ quotidiane. Parliamo del mancato rispetto del codice della strada, problematica che a Partinico spesso manda in tilt il traffico.

Posteggi selvaggi, doppie file, soste improvvise per salutare l’amico in mezzo alla strada sono scene vissute all’ordine del giorno. Da un po’ di giorni a questa parte la storia è cambiata: Arena ha infatti dato disposizioni alla polizia municipale di essere inflessibile, ammonendo di eliminare l’usanza di avvisare  col fischietto chi viola il codice della strada. Risultato? In queste prime settimane di attività repressiva al Comune si sono introitati 30 mila euro.

Un vero record se si pensa che in tutto lo scorso anno le multe dei caschi bianchi erano state appena pari a 60 mila euro. Una rigidità che ha portato a vere e proprie scintille con diversi consiglieri comunali e anche con dipendenti e funzionari del municipio.

Il commissario rispetto a questa sua inflessibilità conferma di non voler indietreggiare di un solo millimetro ed anzi rilancia la necessità di ripristinare le “regole” in una città che aveva perso il senso anche del quotidiano. Parole per nulla distensive anche nei confronti della politica del passato più o meno recente, accusata di aver usato il Comune “come un  bancomat” e con l’attuale consiglio comunale.

Agli attuali esponenti dell’assise ha detto senza mezzi termini: “Chi non collaborerà è mio nemico, chi non serve la città si dimetta”.

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