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Alcamo, caso Pedemontana si smonta. Le motivazioni della sentenza: “Errore del dirigente”

Un errore del dirigente pro-tempore all’Urbanistica. Questa la genesi dei guai attorno ad uno dei casi urbanistici più intricati di sempre ad Alcamo: la famosa fascia Pedemontana, dove per lungo tempo sono rimaste bloccate (e in parte ancora lo sono) decine di concessioni edilizie.

Il giudice Franco Messina del tribunale di Trapani ha emesso le motivazioni della sentenza del febbraio scorso in cui si è messa la parola fine alla revoca di due concessioni edilizie sulla fascia pedemontana. Vicenda che venne alla luce in seguito alla morte di un operaio edile proprio in questa zona nel 2012.

Ad essere stati assolti perchè il fatto non sussiste l’ex dirigente del Settore Urbanistica del Comune Gianbattista Impellizzeri, il suo vice dell’epoca l’architetto Gaspare Fundarò, l’architetto Gabriella Longo in quanto direttore dei lavori, il legale rappresentante dell’impresa costruttrice Mario Galbo, il legale rappresentante di un’altra impresa che realizzò lavori edili Giuseppe Messana e l’ex consigliere e assessore comunale, nonché autore del progetto tecnico in questo caso, Alessandro Calvaruso (nella foto a destra).

Il pronunciamento del giudice è sicuramente destinato a risolvere definitivamente ogni tipo di orientamento riguardo alle varie interpretazioni che nel tempo sono state date proprio su quest’area, dove ogni concessione edilizia è stata stoppata a partire dal 2013 dopo essere state rilasciate dal Comune proprio per questo pronunciamento dell’allora dirigente all’Urbanistica, Anna Parrino (nella foto a sinistra), che sostenne l’illegittimo rilascio di concessioni e delle relative costruzioni, segnalando tutto alla Procura.

La burocrate rimase alla guida del settore per pochi mesi, tanti quanti sono bastati per far esplodere il caso che oggi però si rivela una bolla di sapone. Di certo, però, potrebbero esserci amare conseguenze per il Comune esposto a questo punto a possibili cause per risarcimento danni dal momento che per anni le concessioni edilizie sono rimaste congelate.

Solo appena un anno fa il nuovo dirigente Venerando Russo si espresse, anche se solo parzialmente, riuscendo a dare un’interpretazione e a sbloccare alcune di queste concessioni. Nocciolo di questo dibattimento sono esattamente tre tavole, le numero 4, 5 e 6, allegate proprio al piano regolatore generale e che riguardano la fascia Pedemontana. Ad essere emerso è che la 4 e 5 fossero prescrittive, non la 6 che invece è stato appurato fosse solo una “tavola di studio”.

La dirigente Parrino invece sostenne che anche la 6 fosse prescrittiva: “Ha commesso un errore – scrive il giudice – da cui ne è derivato tutto”. La tavola 6 infatti è quella “incriminata” in cui si parlava di “volumetria zero” ma per l’appunto non essendo prescrittiva non ha valore effettivo. Nella sua ricostruzione il giudice sottolinea anche l’anomalo comportamento in tutta questa vicenda del progettista del piano regolatore generale, Giuseppe Cangemi:

“Nel 2001 alla tavola 6 riconosceva valenza di studio-analisi – si legge – salvo mutare la sua interpretazione”. Quanto enunciato dal giudice Franco Messina di fatto sblocca tutte le concessioni edilizie confermando la bontà di quanto enunciato dalla Commissione edilizia comunale nel 2002: “Quelle zone sono edificabili e valgono le norme tecniche di attuazione”.