Cronaca

Partinico, corruzione Causarano: Regione parte civile al processo contro di lui

La Regione Siciliana si costituisce parte civile nel procedimento penale in corso sui presunti casi di corruzione in cui sono coinvolti due dipendenti dell’assessorato all’Energia, tra cui il partinicese Giacomo Causarano (nella foto). La Giunta ha approvato la proposta dell’assessore Alberto Pierobon, nelle more che si esprima l’Avvocatura dello Stato, che per legge è competente a rendere il parere obbligatorio ai fini della costituzione.

Il tribunale di Palermo ha disposto il giudizio immediato nei confronti dei due dipendenti, fissando la comparizione davanti al Tribunale per il prossimo 18 dicembre. Si tratta del famoso caso Arata-Nicastri con contorno di corruzione negli uffici regionali per velocizzare le pratiche inerenti a progetti nell’ambito dell’energia alternativa. Da una parte Vito e Manlio Nicastri, padre e figlio di Alcamo, da lungo tempo con le mani in pasta in business collegati all’energia rinnovabile.

In particolare hanno fondato le loro fortune sull’affare dell’eolico, tanto da aver accumulato enormi ricchezze e ne sono testimonianza i sequestri milionari subiti. Dall’altra ci sono ancora padre e figlio, Paolo e Francesco Arata, il primo ex consulente per l’energia del ministro Matteo Salvini. Causarano, 60 anni, architetto e funzionario dell’assessorato regionale all’Energia è stata sostanzialmente incastrato per effetto della collaborazione con gli inquirenti che ha intrapreso lo stesso Nicastri dopo l’arresto.

Per Causarano l’accusa in particolare sarebbe di corruzione: in qualità di funzionario all’assessorato all’Energia avrebbe in qualche modo agevolato le pratiche del gruppo Arata-Nicastri nell’ambito proprio di progetti legati all’energia rinnovabile. Dall’indagine sarebbe venuta fuori anche una presunta mazzetta data al funzionario partinicese, camuffata sotto forma di pagamento di una prestazione professionale, per agevolare e velocizzare iter amministrativi di interesse del consulente della Lega e del suo socio occulto Nicastri.

Sulla base delle indagini della Dia di Trapani e della procura di Palermo in particolare il funzionario partinicese avrebbe compiuto “singoli atti e comportamenti riconducibili al suo ufficio”, e tra gli altri informazioni sullo stato delle pratiche amministrative inerenti le istanze relative agli impianti di produzione di energia rinnovabile. In generale per gli inquirenti Causarano sarebbe stato asservito “agli interessi delle società del gruppo Arata-Nicastri, in violazione dei propri doveri di imparzialità e correttezza”.

Al funzionario regionale di Partinico è stata sequestrata copia di tutta la documentazione, formale o informale, cartacea o digitale, contenuta anche nei server di posta elettronica o nei computer e negli smartphones in uso, nonché copia del contenuto dei telefoni cellulari in suo possesso: tutto questo per ricostruire il rapporto intercorrente tra lui e le attività svolte, compreso le eventuali tracce di scambi economici ed altre utilità.