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Partinico, caso gettonopoli: l’ispettore della Regione vuole vederci chiaro

Il caso gettonopoli a Partinico sarà oggetto di una relazione che la segreteria generale del Comune e gli uffici dovranno consegnare a giorni all’ispettore inviato dalla Regione per effettuare delle verifiche sull’attività consiliare. E’ stato lo stesso ispettore, Giuseppe Petralia, ad avere chiesto dettagli sulla vicenda. Rischia di saltare fuori un vero e proprio “vaso di Pandora” che già a Partinico ha creato una catena di reazioni rabbiose da parte di alcuni consiglieri ed ex consiglieri tirati in ballo che hanno difeso a spada tratta il lavoro portato avanti per l’istituzione.

L’ispettore mandato dalla Regione è stato espressamente richiesto dal commissario straordinario del Comune, Rosario Arena, colui il quale ha fatto saltare il “tappo”. Personalmente infatti si è accorto di questa elargizione dei gettoni di presenza, circa 30 euro lordi per ogni presenza in consiglio o commissione, anche quando le sedute andavano deserte.

Per il momento si è scavato facendo i conti di quanto il Comune ha liquidato per gettoni non dovuti, frutto dell’interpretazione di una legge regionale del dicembre del 2008 ma che sarebbe rimasta inapplicata a Partinico. Si utilizza il condizionale anche perchè ancora oggi pare ci siano in ballo diverse scuole di pensiero: tutto si gioca attorno a questa “effettiva partecipazione” che è citata dalla norma e che per l’appunto lascia spazio a diversi punti di vista sul suo significato.

Dal suo canto invece gli uffici avrebbero adesso sposato in toto la tesi del commissario il quale evidenzia il divieto di pagare il gettone in caso di seduta deserta per mancanza del numero legale anche a quei consiglieri che si sono presentati in aula. L’avvento dell’ispettore regionale essenzialmente ruota attorno a questo grande tema anche se ci sarebbero ulteriori contestazioni avanzate rispetto a presunte inadempienze addebitate ai 24 consiglieri eletti in questa legislatura.

Sino ad oggi gli uffici del Comune hanno elaborato una proiezione delle indennità non dovute e liquidate lo stesso: si parla di ben 1.850 gettoni di presenza per consigli e commissioni andati deserti dal 2015 e sino ai giorni nostri. Il conto è già salito a ben 55 mila euro secondo gli accertamenti effettuati dagli uffici del Settore Affari generali diretto da Maria Pia Motisi.

Cifra che però è destinata ancora ad impennarsi perchè, come sostenuto dal commissario, si andrà a ritroso sino al 2009 in quanto pare che non vi sia prescrizione quinquennale per questo tipo di episodi legati ad indennità istituzionali. “Mi sembra paradossale – commenta Giusi Di Capo, consigliere del Movimento 5 Stelle – essere stata tirata in ballo nei giorni scorsi. Io che sono una neofita di questo Comune, essendo stata eletta per la prima volta poco più di un anno fa. Anche quando non si è raggiunto il numero legale sono rimasta a studiare al Comune a studiare, togliendo tempo al mio lavoro e alla mia vita. Ed ancora più paradossale perchè proprio io avevo chiesto ancora prima che il caso venisse mediaticamente alla ribalta di ridurre il numero delle commissioni”.

Ed effettivamente c’è un verbale datato 7 settembre in cui l’esponente grillina chiedeva a gran voce la riduzione del numero delle riunioni convocate in III commissione. Tesi sostenuta anche dal collega Erasmo Briganò. Proprio questa commissione, che si occupa di Lavori Pubblici, Urbanistica e Forniture, sarebbe una di quelle che anche nella passata legislatura è andata più volte deserta.

Il suo presidente Giuseppe Barbici, che ha ricoperto questo stesso identico ruolo anche nella passata legislatura, difende l’operato dell’organismo: “Una cattiveria gratuita sostenere o far intendere che i consiglieri si vogliono accaparrare il misero gettone di presenza di 30 euro lorde – replica -. Questa commissione ha lavorato tantissimo e prodotto risultati importanti in tema di piano regolatore, varato il piano urbano del traffico, discusso dell’esternalizzazione della casa di riposo e tanto altro ancora. Personalmente ad inizio legislatura avevo proposto di accantonare il gettone di presenza in un apposito capitolo per reinvestire tutto in progetti di pubblica utilità per la città”.