Cronaca

Partinico, l’indagine al commissariato di polizia: Tocco ammette le sue responsabilità

Ha ammesso le sue responsabilità Pietro Tocco, il poliziotto del commissariato di Partinico, oggi in pensione, indagato insieme alla moglie Giuseppina Grillo e ad altri colleghi con le accuse di corruzione, abuso d’ufficio e peculato.

Lo ha fatto davanti al gip Fabio Pilato, come riporta oggi il Giornale di Sicilia, di fronte alle intercettazioni e alla ricostruzione investigativa fatta nel tempo attorno al sistema marcio che gravava all’interno del commissariato partinicese. Tocco ha spiegato che i suoi comportamenti era legati al vizio del gioco, quello che lo aveva portato a spendere sino a 5 mila euro in appena 8 giorni.

Le richieste avanzate dall’agente di favori e soldi, con la presunta connivenza di alcuni colleghi tra cui per l’appunto la consorte, erano dettate da questa emergenza ludopatica che viveva sulla propria pelle. Così si è giustificato il poliziotto di fronte alle evidenze investigative. Nel calderone di questi favori ci sarebbero il facile rilascio di documenti e certificazioni, e persino l’insabbiamento di due denunce.

Una è relativa al furto di un telefono cellulare che avrebbe commesso la suocera di un poliziotto tra i 6 indagati, e l’altra riguarda una rapina avvenuta all’interno di una comunità per minori di Partinico. Di fronte a questi fatti Tocco si è difeso sostenendo che lo avrebbe fato convinto che la questione si potesse risolvere bonariamente.

Tra gli episodi anche quello di essersi appropriato, con un altro collega, di parte di merce contraffatta sequestrata nel corso di un’operazione effettuata a Balestrate. Per questo specifico episodio ha negato ogni addebito un altro agente, anche lui interrogato, il quale ha sostenuto di non aver mai preso nulla. Tocco per mesi è stato intercettato, dopo alcuni esposti anonimi in cui si denunciavano le malefatte, e questo è servito a ricostruire i vari episodi per cui oggi si è completata l’indagine.

In base agli ultimi particolari emersi, il poliziotto non si sarebbe fatto scrupoli di utilizzare l’auto di servizio per recarsi in un noto supermercato di Carini e fare la spesa per sé stesso. Ci sono poi degli strani interessi per far ottenere a una persona il porto d’armi, a cui poi l’agente ha chiesto un prestito senza però riuscirlo ad ottenere, cosa che farebbe emergere il reato di istigazione alla corruzione.

Soprattutto lascia spiazzati il profilo che viene fuori di Tocco e che è sottolineato dalla Procura nel suo fascicolo d’indagine: si parla di una persona ludopatica, che soffre quindi del cosiddetto fascino del gioco d’azzardo.