Cronaca

Castellammare del Golfò, palpeggiò bimba di 8 anni: anziano condannato a 5 anni

A soli 8 anni è stata palpata nelle parti intime e costretta a toccare un uomo molto più grande di lei. La bimba, che oggi ha 10 anni, ha raccontato tutto al giudice del tribunale di Trapani che l’ha voluta risentire durante il processo nonostante le sue dichiarazioni fossero già state messe a verbale quando si consumò la violenza.

E’ stata quindi ritenuta attendibile tanto che l’imputato, un anziano di 82 anni, è stato condannato a 5 anni con l’accusa di violenza sessuale, confermando la richiesta del pubblico ministero Brunetta Sardoni. Si tratta di un unico episodio che si è consumato in uno spiazzo nel cuore del noto quartiere “Petrazzi” di Castellammare del Golfo.

Secondo quanto emerso nel corso del dibattimento, la vittima stava giocando in un caldo pomeriggio dell’agosto del 2017 con il cuginetto e poco distante ad osservarli seduto su un  gradone c’era l’anziano. Quando la piccola è rimasta sola, l’uomo l’avrebbe chiamata e lei ignara si è avvicinata anche perché lo conosceva di vista. La bimba si è seduta e in un attimo l’ottantenne le avrebbe infilato la mano sotto la gonna palpandogli le parti intime. Non contento, l’anziano avrebbe poi preso la mano della sua vittima e gliel’avrebbe appoggiata sul suo membro esclamando: “Guarda che bella min….”.

A quel punto la piccola si divincolò colpendo l’orco alla mano e scappò via in lacrime, andando a raccontare tutto ai nonni che abitavano poco distante dal luogo in cui si era consumato l’abuso. Poco dopo arrivò in casa dei nonni il padre della bimba che raccontò tutto ai carabinieri i quali in pochi minuti si recarono sul posto e arrestarono l’anziano. Quest’ultimo, interrogato prima dal gip in fase di indagine e ascoltato ancora durante il processo, ha continuato sempre a professarsi innocente.

Ha confermato che effettivamente parlò con la bimba ma di non averla mai nemmeno sfiorata. A suffragare il racconto della vittima anche un’equipe di professionisti che hanno confermato l’attendibilità del racconto sia in fase d’indagine che anche durante la fase processuale.

La bimba è stata sentita nella cosiddetta “modalità protetta”: collegata in videoconferenza ha raccontato tutto e risposto ad ogni singola domanda che gli veniva posta, confermando in tutto e per tutto il racconto che aveva già fatto nel corso delle fasi preliminari dell’indagine. All’anziano, che rischiava sino a 14 anni di carcere, sono state riconosciute le attenuanti generiche: sarebbe stato documentato un solo episodio e si è tenuto conto anche dell’età avanzata.

Dal giorno dell’arresto è sempre stato ai domiciliari. Oltre ai 5 anni di condanna gli sono state date diverse pene accessorie come l’interdizione dai pubblici uffici e il divieto di recarsi in luoghi frequentati da giovani. Inoltre, dopo l’espiazione della pena, per un ulteriore anno dovrà comunicare i suoi spostamenti all’autorità giudiziaria e non avvicinarsi sempre in luoghi con presenza di minori. Alle parti civili, la stessa bimba, il padre e la madre assistiti dagli avvocati Antonino Gucciardo ed Ernesto Leone, è stato riconosciuto un risarcimento per i danni patiti per complessivi 30 mila euro.