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Partinico, countdown per la sfiducia alla presidente del consiglio: entro 10 giorni la convocazione

Conto alla rovescia per la sfiducia alla presidente del consiglio comunale di Partinico Silvana Italiano. Ieri mattina 11 consiglieri hanno depositato la richiesta di convocazione dell’assise: entro i prossimi 10 giorni la stessa presidente dovrà convocare la seduta. Per approvare la decadenza dell’organo, però, serviranno almeno 13 voti favorevoli sui 24 consiglieri seduti dietro gli scranni.

All’appello dunque mancano ancora due consiglieri, ipotizzabile l’avvio di trattative politiche per arrivare a far passare la sfiducia. “La mozione di sfiducia – afferma uno degli 11 firmatari della richiesta di convocazione della seduta, Toti Comito – nasce per le inadempienze della presidenza del consiglio e perché, nonostante più volte ribadito in riunioni più o meno ufficiali, non si é minimamente prodigata per una inversione di rotta richiesta da quasi tutti i consiglieri.

Questo passaggio tende anche a riappacificare gli organi istituzionali entrati in conflitto anche per una mancata interpretazione corretta del ruolo della presidenza del consiglio”. Da mesi oramai si trascina questo scontro interno tra la maggioranza del consiglio e la presidente Italiano, con durissimi attacchi che in alcuni casi hanno anche sfociato oltre la dialettica politica.

Dal suo canto la Italiano, eletta nel luglio del 2018 dopo una serie di diatribe interne alla maggioranza che non riusciva a trovare proprio sulla sua persona la quadra, ha sempre respinto le accuse di essere venute meno ai propri doveri istituzionali: “Una sfiducia dovrebbe essere attuata in caso di gravi inadempienze – ha sempre evidenziato – e sicuramente non è il caso mio che ho sempre lavorato a garanzia dell’istituzione tutta, con il massimo rispetto per tutti i suoi organi. Probabilmente quanto sta accadendo è frutto di un clima pesante che da tempo si sta respirando al palazzo di città”.

Effettivamente il rapporto è sempre stato abbastanza teso: politicamente la Italiano venne votata a denti stretti dalla sua stessa coalizione e dopo le dimissioni del sindaco Maurizio De Luca si è verificata un’implosione della coalizione. Una sorta di “liberi tutti” che ha fatto saltare ogni tipo di vincolo di appartenenza o fedeltà politica. L’istituto della sfiducia al presidente del consiglio è stato introdotto pochi giorni dal consiglio comunale in quanto il regolamento che ne regolava il funzionamento non lo prevedeva.

Nel testo sono state stabilite le modalità di questa sfiducia e cioè che deve essere firmata almeno da un terzo dei componenti per la sua discussione all’ordine del giorno; poi entro i 10 giorni successivi la seduta deve essere convocata e la decadenza dell’organo diventa esecutiva se raggiunge la maggioranza assoluta, quindi anche in questo caso i 13 voti favorevoli.

Atto votato e approvato nonostante il parere contrario degli uffici che hanno evidenziato come la sfiducia possa essere inserita solo se prima si procede alla modifica dello statuto. Parliamo quindi di un provvedimento che è potenzialmente a rischio di impugnabilità.