Cronaca

Partinico, truffa alle assicurazioni con falsi incidenti: prescrizione per i 38 imputati

“Non luogo a procedere”: è quello che l’accusa ha chiesto al tribunale di Palermo per i 38 imputati, di cui la maggior parte di Partinico, coinvolti nell’ambito dell’operazione “Phantom crash” sulla truffa alle assicurazioni collegata a finti incidenti stradali.

In pratica è oramai intervenuta la prescrizione del reato considerando che stiamo parlando di una retata che è datata 2013, i cui reati sono stati commessi anche 4 anni prima. Per una serie di coincidenze e di ritardi della giustizia-lumaca palermitana, i rinvii a giudizio sono arrivati solo nel 2018. Ora però arriva la prescrizione anche per i reati più gravi, come l’associazione a delinquere.

La presunta maxi truffa era basata, secondo l’accusa, su una organizzazione che operava prevalentemente a Partinico e nel comprensorio tra Balestrate, Trappeto, Borgetto e Giardinello. La maggior parte degli accusati sono partinicesi, tra avvocati e periti. Un giro d’affari che all’epoca in cui fu messo in piedi avrebbe fruttato addirittura oltre mezzo milione di euro di risarcimenti.

A capo di questa presunta organizzazione ci sarebbe stato Vincenzo Nobile, proprietario del fondo messo a disposizione dell’organizzazione in cui venivano simulati gli incidenti, il quale si avvaleva della complicità dei familiari e di altre persone di fiducia per predisporre le simulazioni dei sinistri. Secondo la ricostruzione degli inquirenti spesso venivano noleggiate auto per simulare incidenti stradali e ottenere così risarcimenti assicurativi.

I mezzi coinvolti, in molte occasioni, risultavano gli stessi anche se le targhe venivano sostituite a seguito di denunce di deterioramento o di smarrimento, e si procedeva, dunque, alla reimmatricolazione dei veicoli.

In altri casi, le targhe dei mezzi coinvolti nei falsi incidenti venivano pure alterate, in modo da indurre le compagnie assicuratrici in errore circa lo stato della pratica risarcitoria. Nell’appezzamento di terreno di  proprietà di Nobile dov’era stata approntata la “pista di collisione” di circa 50 metri di lunghezza per 5 di larghezza, c’era anche un deposito di parti di carrozzeria già danneggiate, di auto di diverso tipo quali portiere, cofani, paraurti ed altro materiale, da adoperare volta per volta nella costruzione dei finti sinistri.