Sanita'

Partinico, sindaci chiedono ripristino ospedale: sollecitato incontro con l’assessore regionale

Otto sindaci del comprensorio partinicese hanno formalmente chiesto un incontro all’assessore regionale alla Salute, Ruggero Razza, per chiedere un incontro e mettere al centro del ragionamento la richiesta di ripristino dei reparti e del pronto soccorso dell’ospedale Civico di Partinico, attualmente riconvertito in struttura per la sola trattazione dei casi di coronavirus.

La nota è stata sottoscritta dai primi cittadini di Balestrate, Trappeto, Montelepre, Giardinello, Camporeale, Terrasini, San Giuseppe Jato e Borgetto i quali evidenziano che l’impegno della direzione dell’Asp 6 di Palermo era quello di ripristinare il nosocomio partinicese ai suoi livelli pre-emergenza sanitaria. Trasparenza della missiva  che i sindaci vogliano chiedere più che altro dei tempi certi:

“Le chiediamo un incontro – si legge nella nota – per discutere sulle problematiche dell’ospedale e su quali siano le sue intenzioni in merito alla modalità di ripristino dello steso in una, speriamo non lontana, situazione post-emergenziale”. Proprio nei giorni scorsi l’assessore Razza si era espresso nel merito, parlando in generale di tutti gli ospedali siciliani riconvertiti in strutture per i soli casi di coronavirus, evidenziando che allo stato non vi è alcuna certezza sui tempi di ripristino degli ospedali e comunque dicendo a chiare lettere che ci vorranno “parecchi mesi” per il ritorno alla normalità.

“Esprimo apprezzamento e sostegno alla richiesta avanzata dai sindaci, che chiedono un incontro all’assessore Razza sul futuro dell’Ospedale di Partinico – afferma il consigliere comunale di Partinico Renzo Di Trapani -. Va fatta chiarezza sull’intendimento del governo regionale relativamente alla redigenda rete ospedaliera per la gestione della fase post emergenziale. Purtroppo il nostro Comune, che continua ad essere assente nei tavoli istituzionali nei quali si discute del futuro del presidio ospedaliero, paga l’assenza di una amministrazione comunale e la continua e sterile litigiosità del Consiglio Comunale”.