Ambiente

Partinico, scompare l’alga rossa dalla diga Jato: regolari i parametri dell’acqua

Valori rientrati nella norma, torna utilizzabile l’acqua della diga Jato di Partinico. Ad ufficializzare la notizia il sindaco di Balestrate Vito Rizzo dopo aver avuto la comunicazione da parte dell’autorità di bacino della Regione Siciliana: “Già dalle prossime ore verrà ripristinata l’erogazione idrica, sia per uso irriguo che per uso potabile”. Rientra quindi l’allarme che era scoppiato nei giorni scorsi sulla presenza dell’alga rossa, considerata nociva e per questo non utilizzabile sia per scopo irriguo che potabile.

Era stato anche costituito, all’indomani dell’accertata presenza dell’alga, un tavolo tecnico proprio all’autorità di bacino con l’obiettivo di mettere in campo delle iniziative per risolvere la problematica. I parametri sono quindi rientrati nella norma e dunque per Balestrate, Trappeto, Terrasini, Cinisi, Capaci e Isola delle Femmine torna l’acqua nelle zone più periferiche servite proprio dal potabilizzatore Cicala, da cui viene distribuita la risorsa per uso potabile dalla diga Jato.

Nella cittadina terrasinese da ieri il problema si stava facendo pesante tanto che il sindaco Giosuè Maniaci era stato costretto ad  avviare un piano che potesse ristorare le contrade, a secco da giorni. Allo stesso modo torna a disposizione anche l’acqua per le campagne di Partinico, Balestrate, Trappeto e Borgetto. Un pericolo che però resta ancora dietro l’angolo: infatti questo tipo di alga, chiamata tecnicamente Planktothrix rubescens, tende a ripresentarsi ed a fiorire con le alte temperature.

Dunque non è escluso che anche nelle prossime settimane ci si possa ritrovare con lo stesso problema. Parliamo di un’alga d’acqua dolce che vive nell’ambiente planctonico, chiamata alga rossa perchè produce un colore rossastro specialmente durante la stagione più calda. Questione portata alla ribalta all’Ars dal deputato regionale Vincenzo Figuccia che ha presentato sull’argomento un’interrogazione parlamentare, poche ore prima comunque che si sapesse del rientro dei parametri dell’acqua.

Lo stesso Figuccia però ha lasciato trasparire proprio il fatto che l’ambiente naturale dell’invaso è soggetto a questi fenomeni: “Da una parte – ha precisato Figuccia – è indubbio che le condizioni meteorologiche, con le temperature elevate, abbiano alterato le proprietà qualitative dell’acqua ma è pur vero negli ultimi anni l’intero invaso è stato oggetto di diverse questioni che lasciano ben intuire come non vi sia stata una governance adeguata e competente”.