Cronaca

Alcamo, a secco 700 famiglie tra zona costiera e periferica: Comune chiede tutele

La fresca sentenza del Tar fa battere i pugni sul tavolo al Comune di Alcamo che ora chiede all’Eas, l’ente acquedotti siciliano, conto e ragione. Il sindaco Domenico Surdi e la dirigente della Direzione 2 al Servizio idrico integrato Dorotea Martino hanno scritto alla società controllata della Regione ed alla prefettura di Trapani per sollecitare massima attenzione sulla fascia di territorio della città che viene servita proprio dall’Eas, le cui procedure di liquidazione coatta sono state sospese con ordinanza del tribunale amministrativo e dunque rimane titolare degli impianti.

Da mesi oramai si registrano gravi carenze idriche per le 712 famiglie che per l’appunto sono servite dall’ente regionale, da tanti anni oramai in liquidazione e quindi a corto di fondi e personale. Questa condotta è in compartecipazione con il Comune di Castellammare del Golfo e si estende per 9 chilometri: comprende le contrade Bosco, Magazzinazzi, Mulinello, Catanese e Foggia, quindi passa anche in parte di Alcamo marina.

In ragione proprio della sentenza del Tar, che stabilisce che l’Eas deve continuare ad operare almeno sino a che non sarà completata correttamente la procedura di restituzione delle reti ai Comuni, l’amministrazione alcamese sollecita la garanzia di avere assicurata la distribuzione idrica e come soluzione viene proposto di chiedere fornitura idrica sufficiente a Siciliacque. Proprio per le note difficoltà finanziarie dell’ente acquedotti siciliano, il Comune si è detto disponibile pure a pagare questa richiesta di fornitura:

“Si chiede all’Eas – i legge nella nota di sindaco e dirigente – di adottare gli atti per la richiesta di fornitura di acqua all’ingrosso da Siciliacque, secondo il fabbisogno stimato e consolidato, mettendo anche disposizione il personale che ha operato presso l’acquedotto di Castellammare de Golfo. Nella consapevolezza delle difficoltà finanziarie e operative di Eas in liquidazione, aggravate dalla circostanza che la Regione Siciliana ha fatto venir meno la propria responsabilità solidale nel pagamento di quanto dovuto da Eas a Siciliacque per la fornitura di acqua all’ingrosso, questo Comune dichiara la disponibilità e ne assume la garanzia di pagare direttamente, in sostituzione dell’Eas, a Siciliacque il corrispettivo per la fornitura di acqua all’ingrosso nei limiti della quantità destinata alle 712 utenze ricadenti nel territorio di Alcamo”.

Nel frattempo l’ente locale alcamese sta avviando contatti con il vicino Comune di Castellammare del Golfo per stabilire come regolare fra loro i rapporti, considerando l’attuale situazione, valutando la fattibilità di un pagamento diretto a Siciliacque ovvero di un rimborso al municipio castellammarese correlato alla quantità di acqua misurata effettivamente destinata alle utenze alcamesi, al netto della portata oggi comunque garantita.

Nelle more che si riesca a dipanare questa controversia il Comune di Alcamo continuerà a mettere a disposizione anche il proprio personale operativo a supporto dell’attività gestionale. Al Presidente della Regione Nello Musumeci invece si sollecita un’immediata convocazione di un tavolo tecnico per trovare delle soluzioni organizzative, nelle more della decisione della Corte costituzionale sulla questione di legittimità costituzionale della legge regionale con cui si è imposta la consegna delle reti di proprietà dell’Eas ai Comuni senza alcun trasferimento di risorse.