Cronaca

Partinico, 10 indagati ed un’archiviazione per lo scandalo corruzione al commissariato

Va verso la sua fasi conclusive l’indagine che riguarda lo scandalo corruzione attorno al commissariato di polizia di Partinico. Come riporta oggi il Giornale di Sicilia si va verso il processo che appare quasi scontato per 10 persone, tra cui cinque poliziotti (per un altro invece è arrivata l’archiviazione della posizione, ndr), 3 vigilantes e due cittadini. Principali indagati i poliziotti Pietro Tocco, 56 anni oggi in pensione, e la moglie Giuseppina Grillo, 53 anni.

Una vicenda emersa dopo mesi di intercettazioni e le ricostruzioni investigativi fatte attorno al sistema marcio che gravava all’interno del commissariato partinicese. Tocco, come ha già ammesso davanti al gip, ha spiegato che i suoi comportamenti erano legati al vizio del gioco, quello che lo aveva portato a spendere sino a 5 mila euro in appena 8 giorni.

Le richieste avanzate dall’agente di favori e soldi, con la presunta connivenza di alcuni colleghi tra cui per l’appunto la consorte, erano dettate da questa emergenza ludopatica che viveva sulla propria pelle. Così si è giustificato il poliziotto di fronte alle evidenze investigative. Nel calderone di questi favori ci sarebbero il facile rilascio di documenti e certificazioni, e persino l’insabbiamento di due denunce. Una è relativa al furto di un telefono cellulare che avrebbe commesso la suocera di un poliziotto tra i 6 indagati, e l’altra riguarda una rapina avvenuta all’interno di una comunità per minori di Partinico.

Tra gli episodi anche quello di essersi appropriato, con un altro collega, di parte di merce contraffatta sequestrata nel corso di un’operazione effettuata a Balestrate. Tocco per mesi è stato intercettato, dopo alcuni esposti anonimi in cui si denunciavano le malefatte, e questo è servito a ricostruire i vari episodi per cui oggi si è completata l’indagine.

In base agli ultimi particolari emersi, il poliziotto non si sarebbe fatto scrupoli di utilizzare l’auto di servizio per recarsi in un noto supermercato di Carini e fare la spesa per sé stesso. Ci sono poi degli strani interessi per far ottenere a una persona il porto d’armi, a cui poi l’agente ha chiesto un prestito senza però riuscirlo ad ottenere, cosa che farebbe emergere il reato di istigazione alla corruzione.